La Turchia ribolle per le proteste popolari che hanno accompagnato l'arresto del sindaco di Istanbul, Ekkrem Imamoglu, nell'ambito di una operazione che, secondo il governo di Ankara, ha colpito corrotti e fiancheggiatore del partito curdo.
Turchia: delle proteste popolari ulteriori problemi per l'economia del Paese
Data l'incertezza che regna sul Paese, l’economia turca, già in difficoltà, è destinata a subire ulteriori turbolenze ed assistere ad una probabile la fuga degli investitori.
Le proteste contro Recep Tayyip Erdogan e il governo si sono scatenate con l’arresto di Imamoglu, avvenuto pochi giorni prima della candidatura del sindaco di Istanbul alla presidenza da parte del suo partito.
I mercati turchi sono crollati più di tutti al mondo mercoledì, dopo la notizia della detenzione di Imamoglu, con la lira che ha toccato un minimo storico rispetto al dollaro. Ciò ha portato la banca centrale turca a vendere una quantità record di valuta estera, quasi 10 miliardi di dollari, per sostenere la valuta in difficoltà, che è scesa del 15% rispetto al dollaro nell’ultimo anno e dell′83% negli ultimi cinque anni.
Imamoglu, che è stato eletto sindaco della città più popolosa della Turchia nell’aprile del 2024, è stato arrestato con accuse tra cui terrorismo (questa caduta in sede di udienza preliminare) e criminalità organizzata, che lui e i suoi sostenitori respingono.
I procuratori hanno anche emesso mandati di cattura per altre 100 persone tra cui giornalisti, imprenditori e membri del Partito Popolare Repubblicano (CHP) di Imamoglu, che è il principale gruppo di opposizione della Turchia. I leader del CHP stanno definendo l’arresto un “colpo di Stato”.
In un post sulla piattaforma di social media X, giovedì il ministro degli Interni turco Ali Yerlikaya ha affermato che le autorità hanno arrestato 37 persone per post sui social media, con l'accusa di essere ''provocatori'' e di avere ''incitato a commettere un crimine''.
Le preoccupazioni sulla stabilità e sulla sicurezza economica in Turchia potrebbero danneggiare gli afflussi finanziari in un momento in cui la fiducia degli investitori nel Paese è già traballante, e dopo che i responsabili delle politiche monetarie del Paese hanno trascorso quasi due anni a lavorare per invertire la situazione dell’inflazione in Turchia, avvertono gli economisti.
L’inflazione in Turchia rimane alta, raggiungendo di recente il 39,05% a febbraio, ed è un punto critico chiave su cui il CHP ha pianificato di correre nella sua campagna contro Erdogan. La continua vendita della lira da parte degli investitori potrebbe innescare un’inflazione più profonda, costringendo la banca centrale turca ad aumentare i tassi di interesse, che attualmente sono a un sorprendente 42,5%.
Le prossime elezioni presidenziali in Turchia si terranno nel 2028, ma è probabile che il parlamento convochi un voto anticipato, quando i tempi favorirebbero Imamoglu, che secondo recenti sondaggi d’opinione sconfiggerebbe facilmente Erdogan.
I recenti sviluppi geopolitici, tuttavia, hanno rafforzato la posizione di Erdogan quando si tratta di affrontare le conseguenze internazionali. Il ritorno del presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca ha incoraggiato i leader di altri paesi a ostentare le norme democratiche, sostengono alcuni analisti politici.