Novello Macbeth, Donald Trump sembra essere in balia dei suoi consiglieri, che gli dicono di andare avanti con i suoi piani, di pigiare il piede sull'acceleratore perché la ''rush of gold'' che deve portare gli Stati Uniti in un'era di miele e rose è alle porte, forse addirittura è già cominciata.
Trump crede a una Rasputin in gonnella e decapita i vertici della Sicurezza nazionale
Ma ci sono cose che neanche ad un aspirante monarca a stelle e strisce (anche se non lo mostra ufficialmente, l'interesse per un terzo mandato comincia a solleticare il suo gigantesco ego, a dispetto dell'età che avanza, ma soprattutto della Costituzione) può fare, perché c'è un limite a tutto.
Come può essere decidere di decapitare una delle agenzia fondamentali del Paese, la Sicurezza nazionale, perché a convincerlo è un personaggio a dir poco discusso, ma che evidentemente, a detta di molti, ha fatto breccia nel presidenziale muscolo cardiaco.
Stiamo parlando di Laura Loomer che non è solo un'attivista di estrema destra, ma anche una complottista a 18 carati, una di quelle che se gli piace una storia la diffonde, nemmeno chiedendosi se sia vera.
Se rientra nei suoi schemi mentali, la ''spara'' manco fosse la verità rivelata.
Ormai tutti, a Washington e dintorni, danno per certo che il licenziamento di sei dei più alti responsabili della Sicurezza nazionale (tra cui capo e vice) sia stata conseguenza di un incontro che Laura Loomer ha avuto con Trump, alla presenza dei vertici dell'Amministrazione, tra cui JD Vance e la potente capo dello staff, Susie Wells.
Incontro che c'è stato prima del discorso (quello della dichiarazione di guerra commerciale al resto del mondo; per il sistema solare si sta ancora ragionando) di Trump al Rose Garden. Quasi per giustificare quanto è accaduto dopo, Trump ha detto, riferendosi a Loomer, che ''fa raccomandazioni su cose e persone, e a volte ascolto quelle raccomandazioni, come faccio con tutti. Ascolto tutti, e poi prendo una decisione. Ma l'ho vista ieri. Era alla cerimonia, ed è... avrà sempre qualcosa da dire, di solito molto costruttivo".
Trump, dopo avere detto di non conoscere il numero dei dipendenti della Sicurezza nazionale licenziati, ha giustificato la sua decisione parlando di lealtà: "Sempre, lasceremo andare le persone. Le persone che non ci piacciono, o le persone che non pensiamo possano fare il lavoro, o le persone che potrebbero avere lealtà verso qualcun altro".
Da parte sua Laura Loomer, che sa come pubblicizzare quel che fa, ha detto, in una dichiarazione. che "per rispetto del Presidente Trump e della privacy dello Studio Ovale, mi rifiuterò di divulgare qualsiasi dettaglio sul mio incontro nello Studio Ovale con il Presidente Trump. È stato un onore incontrare il Presidente Trump e presentargli i risultati della mia ricerca, continuerò a lavorare sodo per supportare il suo programma e continuerò a ribadire l'importanza di un controllo rigoroso, per proteggere il Presidente e la nostra sicurezza nazionale".
Ora che il presidente degli Stati Uniti decida di mandare via chi sta ai vertici di uffici e agenzie governative è cosa normale, sempre che la legge glielo consenta (per alcuni giudici, subito tacciati di essere dei sovversivi, è andato ben oltre). Ma che a determinare le sue determinazioni siano personaggi quasi universalmente screditati dovrebbe preoccupare qualcuno.
Loomer non è che brilli per attendibilità, perché le sue rivelazioni sono spesso smentite dai fatti.
Come quando ha parlato di un ''emergenza medica'' che aveva costretto l'Air Force One ad un atterraggio fuori programma; come quando ha diffuso false notizie sulla famiglia del giudice Juan Merchan che ha giudicato Trump a New York per la vicenda dei fondi segreti; come quando ha affermato - cosa che il futuro presidente ha utilizzato spesso in campagna elettorale - che gli immigrati haitiani andavano in giro a rubare e mangiare gli animali domestici.