La nuova America, quella che Trump vuole regalare o imporre al mondo, s'è fatta prepotentemente strada nel suo discorso al Congresso, che ha visto l'entusiasmo acritico dei repubblicani e il dissenso dei democratici, nella rappresentazione plastica del bipartitismo degli Stati Uniti.
Trump dice che l'America è tornata. Ma quale America e a che prezzo?
Il discorso di Trump è stato la summa del suo pensiero, che era già chiaro da prima, ma che, per la sede in cui è stato chiarito, segna pesantemente le prossime mosse dell'Amministrazione e del Paese che, da ieri, è in "guerra" con il resto del mondo, pur se con qualche significativa distinzione tra amici vecchi e nuovi, tra nemici diventati amici e amici che non lo sono più.
Un intervento che potrebbe essere ricondotto alla logica dell'imperialismo più puro, cancellando il rispetto verso la sovranità degli altri Stati, con una esibizione di muscoli che mai, prima di oggi (anche al tempo del suo primo mandato non era stato così esplicitamente aggressivo), s'era palesata.
Le dichiarazioni di guerra ibrida (tra minacce commerciali e politiche) sono state un segnale del nuovo corso mondiale che Trump vuole disegnare ad uso e consumo degli Stati Uniti, dimenticando alleanze e magari cancellando quei pezzi di storia che a lui non aggradano più, nell'ottica del "Make America great again" che è diventato il mantra della destra estrema, e non solo quella americana.
Già le prime parole del suo discorso sono state un'autocelebrazione della "grandezza americana".
"L'America è tornata", nel tifo da stadio dei repubblicani, anche da parte di quelli che cominciano a chiedersi se le scelte del presidente alla fine pagheranno in termini elettorali, quando il voto di mid-term si comincia a delinearsi nel futuro non lontano.
Il debordante ego di Trump ha preso il sopravvento su tutto, come si è visto quando ha lodato la sua velocità nelle decisione e dicendo che la sua amministrazione "ha realizzato più cose in 43 giorni di quanto la maggior parte delle amministrazioni abbia fatto in quattro o otto anni, e siamo solo all'inizio".
Il presidente, peraltro come suo solito, ha condito le sue affermazioni di falsità o mezze verità, come quando ha descritto una ampiezza della sua vittoria che non ha riscontro nella realtà. Ma questo è l'uomo, e il fatto che abbia ecceduto in interpretazioni "pro domo sua" dei numeri delle elezioni, per giustificare l'ampio mandato ricevuto dagli americani, non ha sorpreso nessuno.
Come non ha sorpreso il disprezzo mostrato verso chi lo ha contestato, come la senatrice Elizabeth Warren, che, nel 2018, chiamava "Pocahontas".
I democratici, molti dei quali hanno esposto cartelli con la scritta "Falso" e "Musk ruba", hanno abbandonato l'aula.
Se c'era un bersaglio annunciato del discorso di Trump questo era Biden, contro il quale il suo successore si è scagliato mettendolo alla base di ogni problema del Paese e definendolo "il peggior presidente nella storia americana".
Parlando ai membri del Congresso, Trump non è stato attraversato dal minimo tentennamento nella difesa del proprio operato. Come forse avrebbe potuto anche essere, sapendo che da un'analisi di 538 sondaggi di opinione è emerso che il suo indice di gradimento per azioni relative a sanità, politica estera, finanziamenti governativi, commercio e altro è in ribasso.
Trump ha elogiato Elon Musk e il Dipartimento per l'efficienza governativa. Parlando di Musk, che era in galleria, il presidente ha detto che "sta lavorando molto duramente. Non ne aveva bisogno. Non ne aveva bisogno. Grazie mille. Lo apprezziamo. Tutti qui, anche questa parte lo apprezza, credo".
Per corroborare il suo giudizio su Musk, Trump ha parlato di una lunga lista di presunti "sprechi, frodi e abusi" che, a suo dire, DOGE ha identificato. Certo, per dare corpo alle sue parole, il presidente ha fatto ricorso a qualche "correzione" della verità (cioè falsità, come quando ha ripetuto che milioni di americani con più di 100 anni ricevevano sussidi, cosa che è stata smentita), come usa talvolta fare.
"Eliminando tutte le frodi, gli sprechi e i furti che possiamo trovare, sconfiggeremo l'inflazione, abbasseremo i tassi dei mutui, abbasseremo le rate delle auto e i prezzi dei generi alimentari, proteggeremo i nostri anziani e metteremo più soldi nelle tasche delle famiglie americane", ha affermato.
Uno degli argomenti che in campagna elettorale Trump ha usato spesso sono stati legati all'economia in generale, più in particolare al "portafoglio" delle famiglie, promettendo che avrebbe abbassato i prezzi sin dal primo giorno del suo mandato, anche se non spiegando come.
"Come presidente, sto lottando ogni giorno per invertire questo danno e rendere l'America di nuovo accessibile", ha detto Trump in una delle sue uniche menzioni dei prezzi dei generi alimentari. "Joe Biden in particolare ha lasciato che il prezzo delle uova andasse fuori controllo. Il prezzo delle uova è fuori controllo e stiamo lavorando duramente per riportarlo giù". Il commento ha nuovamente scatenato la resistenza dei Democratici perché, come è noto, il prezzo delle uova è salito alle stelle proprio sotto Trump, in mezzo a un'epidemia di influenza aviaria.
Poi, parlando dei dazi, ha fornito una difesa delle sue decisioni che hanno riguardato Canada, Cina e Messico, che hanno mandato in subbuglio i mercati martedì. Ha detto che erano in arrivo altri dazi "reciproci".
"I dazi non servono solo a proteggere i posti di lavoro americani, servono a proteggere l'anima del nostro Paese. I dazi servono a rendere l'America di nuovo ricca", ha detto.
Per quanto riguarda la politica estera, Trump ha continuato nella sua deriva imperialista, dicendo che la sua amministrazione avrebbe "rivendicato" il Canale di Panama per ragioni di sicurezza nazionale, e la stessa cosa farà con la Groenlandia. Che poi il Canale e l'isola artica facciano parte del territorio di altri Paesi sovrani a lui sembra interessare poco.
Parlando dell'Ucraina, Trump ha fatto un breve cenno alla lettera con cui Volodymyr Zelenskyy ha riaperto il dialogo con Washington, aggiungendo che "abbiamo avuto discussioni serie con la Russia e abbiamo ricevuto forti segnali che sono pronti per la pace. Non sarebbe meraviglioso?".