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Truffe telefoniche con voci clonate: dilaga la frode dell’IA, famiglie italiane si difendono con il “codice segreto”

Redazione
 
Truffe telefoniche con voci clonate: dilaga la frode dell’IA, famiglie italiane si difendono con il “codice segreto”

Negli ultimi tempi in Italia le truffe telefoniche hanno cambiato volto. Non più solo finti nipoti in lacrime che chiedono soldi, ma voci artificiali, perfette repliche di quelle reali, capaci di ingannare anche l’orecchio più attento. I truffatori di oggi usano l’intelligenza artificiale per clonare la voce di figli o parenti, ricreandola da pochi secondi di registrazione.

Truffe telefoniche con voci clonate: dilaga la frode dell’IA

Così, una semplice telefonata può trasformarsi in un incubo: “Nonna, ho avuto un incidente, mi servono soldi subito”. Bastano poche parole per scatenare il panico e spingere la vittima a consegnare denaro o gioielli a un falso avvocato o a un finto carabiniere che si presenta alla porta di casa. Per contrastare questa nuova ondata di raggiri, anche in Italia si sta diffondendo una misura tanto semplice quanto efficace: il “codice di famiglia”. Si tratta di una parola o frase segreta, condivisa solo tra i propri cari, che serve a verificare l’identità di chi chiama.

In caso di dubbio, basta chiedere: “Qual è il nostro codice di famiglia?” Se l’interlocutore esita o non risponde correttamente, è probabile che si tratti di un impostore. Un metodo mutuato dagli Stati Uniti, che molte famiglie italiane stanno adottando per difendersi da truffe sempre più sofisticate. Ma la parola segreta da sola non basta. «Il codice di famiglia può essere utile, ma non è una garanzia assoluta», spiega a Il Messaggero il maggiore Andrea Miggiano, comandante della compagnia Roma Parioli, impegnato da anni nel contrasto a questo tipo di reati. «Molte vittime forniscono inconsapevolmente informazioni ai truffatori, che giocano sui grandi numeri e sulla fiducia delle persone». 

 Il comandante sottolinea come, in diversi casi, sia stata la stessa vittima a rivelare dettagli personali durante la conversazione, agevolando così i malviventi. Il consiglio principale, ribadisce Miggiano, resta quello di non agire mai d’impulso: meglio fermarsi, riflettere e, in caso di dubbio, contattare subito le forze dell’ordine.

Intanto, i truffatori affinano continuamente le proprie tecniche. Dopo le chiamate dei finti parenti, si è diffusa la pratica delle chiamate da numeri falsi, che appaiono come appartenenti a commissariati o caserme grazie a software specifici. Nel 2025 è poi esplosa un’altra variante, lo “smishing”: truffe via sms in cui i criminali fingono problemi con pagamenti online o consegne e invitano a cliccare link-trappola. L’obiettivo è sempre lo stesso, ottenere denaro o dati bancari.

Per difendersi da questi raggiri, le forze dell’ordine raccomandano di non fornire mai informazioni personali o bancarie al telefono, di non cliccare su link sospetti e di segnalare immediatamente qualsiasi tentativo sospetto. È fondamentale informare familiari e amici, soprattutto gli anziani, sui metodi più comuni usati dai truffatori, e stabilire insieme un piccolo protocollo di sicurezza, come l’uso del codice segreto.

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