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Centenari in crescita, in Italia oltre 23 mila ultracentenari, l’83% sono donne

Redazione
 
Centenari in crescita, in Italia oltre 23 mila ultracentenari, l’83% sono donne
L’Italia si conferma tra i Paesi più longevi del mondo. Al 1° gennaio 2025 i residenti con almeno cento anni di età sono 23.548, oltre duemila in più rispetto all’anno precedente. A rivelarlo è l’ultimo report dell’Istat dedicato ai centenari, che fotografa un Paese sempre più longevo ma anche sempre più femminile: l’82,6% dei centenari è donna. Tra i “superlongevi”, coloro che hanno superato i 105 anni, la percentuale femminile sale addirittura al 90,7%.

Centenari in crescita, in Italia oltre 23 mila ultracentenari, l’83% sono donne

In sedici anni, dal 2009 al 2025, il numero dei centenari è più che raddoppiato, passando da 10.158 a oltre 23 mila (+130%). L’aumento non è stato costante, la flessione registrata tra il 2015 e il 2019 è legata alle generazioni nate durante la Prima guerra mondiale, numericamente più ridotte. Ma nel lungo periodo la tendenza resta chiara: sempre più italiani superano il secolo di vita, e sempre più spesso si spingono ben oltre.

I semi-supercentenari (105 anni e più) sono oggi 724, di cui 657 donne e 67 uomini. I supercentenari (110 anni e oltre) sono 19, quasi tutti donne. Il decano d’Italia è un uomo lucano di 111 anni, mentre la decana è una donna campana che si prepara a festeggiare i 115.

La mappa della longevità premia il Molise, che vanta la più alta concentrazione di centenari (78,7 ogni 100mila abitanti), seguito da Nuoro, che guida la graduatoria per i semi-supercentenari con 4,6 ogni 100mila residenti. La Liguria, invece, si conferma la regione con l’età media più alta e una delle più longeve in assoluto, con 59,4 centenari ogni 100mila abitanti, davanti a Friuli-Venezia Giulia e Toscana.

I dati raccontano anche un profilo sociale preciso, tra gli over 105 anni, l’86% delle donne e l’80% degli uomini è vedovo; le nubili sono il doppio dei celibi, mentre solo l’1% delle donne risulta ancora coniugata, contro il 14% degli uomini. Nomi come Maria e Giuseppe restano i più diffusi tra i longevi, simbolo di una generazione legata alla tradizione.

Interessante anche l’analisi sul “plateau della mortalità”, superati i 105 anni, infatti, il rischio di morte non cresce più in modo esponenziale. Secondo l’Istat, la probabilità di non sopravvivere oltre quell’età è stabile intorno al 50-60% fino ai 112 anni, segno di un “effetto selezione” che protegge gli individui più robusti.

La maggior parte dei centenari, infine, vive ancora in famiglia, circa il 90%, e solo una minoranza in strutture assistite, a conferma del ruolo centrale della rete familiare nel garantire una migliore qualità della vita.

L’Italia dei centenari è dunque un Paese dove la longevità continua a crescere e a spostare in avanti i confini della vecchiaia, ma anche un Paese che, con la sua popolazione sempre più anziana, è chiamato a ripensare welfare, assistenza e coesione sociale per sostenere un nuovo modello di lunga vita.
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