Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, lavoratori dipendenti e pensionati italiani stanno ricevendo le tredicesime, che per il 2025 raggiungono complessivamente oltre 50,5 miliardi di euro. Questi importi rappresentano un aiuto atteso dalle famiglie, soprattutto in un contesto in cui i bilanci domestici restano sotto pressione a causa di costi elevati e spese obbligatorie.
Tredicesime, solo il 9,7% resta alle famiglie per regali e consumi: il 29,1% va a mutui e prestiti
Secondo l’O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, però, la maggior parte delle tredicesime sarà assorbita dalle spese fisse e dagli impegni finanziari. Solo il 9,7% degli importi rimarrà effettivamente disponibile per consumi legati al Natale, come regali, pranzi, cenoni ed eventuali viaggi.
Gran parte della gratifica natalizia, invece, sarà destinata al pagamento delle rate di mutui e prestiti, che assorbono il 29,1% della somma, seguite dalle bollette e dalle utenze con un’incidenza del 23,1% e dalle assicurazioni Rc auto, al 16,3%. Altri oneri rilevanti includono le tasse locali (TASI, IMU, TARI e bolli), pari al 12,75%, e l’aumento dei prezzi, che rappresenta il 6,25% della tredicesima. Le spese sanitarie, escluse quelle coperte dal ticket, incidono per il 2,8%. La restante quota disponibile per acquisti e attività non obbligatorie è quindi limitata a meno del 10% della gratifica.
Federconsumatori sottolinea come, nonostante la tredicesima rappresenti tradizionalmente una boccata d’ossigeno, gran parte dei cittadini vedrà ridotto l’effetto reale a causa delle numerose scadenze di fine anno e del livello ancora sostenuto dei tassi sui finanziamenti. L’associazione evidenzia inoltre che, senza interventi mirati del Governo, il prossimo Natale rischia di essere “freddo” sul fronte dei consumi e dei regali, nonostante molti abbiano già anticipato gli acquisti approfittando degli sconti del Black Friday.
In questo contesto, Federconsumatori chiede l’adozione di misure concrete per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e rafforzare l’economia domestica, tra cui lo stanziamento di fondi per il contrasto alla povertà energetica e alimentare, ritenuti indispensabili per ridurre le disuguaglianze crescenti. Le principali voci di spesa delle tredicesime, secondo l’O.N.F., si distribuiscono quindi come segue: Rc auto 16,3%, prestiti e mutui 29,1%, bollette e utenze 23,1%, aumento dei prezzi 6,25%, tasse 12,75%, visite ed esami medici 2,8%, mentre la rimanenza destinata a consumi discrezionali ammonta al 9,7%.