Attualità

L’impresa sociale al centro dell’Incontro con il Territorio del Comitato Leonardo

di Redazione
Fare impresa creando valore condiviso e generando un impatto positivo e duraturo per il territorio e per le persone, coniugando sostenibilità economica e missione sociale attraverso nuovi modelli di business: è questo il filo conduttore del XIII incontro con il Territorio del Comitato Leonardo “Impresa sociale: sfide e opportunità per un modello vincente” tenutosi oggi a Verona presso la sala eventi di Vecomp SpA Società Benefit, azienda veronese di soluzioni informatiche per le imprese.

L’appuntamento, promosso per questa edizione in collaborazione con Progetto QUID - impresa sociale nata a Verona nel 2013 che coniuga economia circolare e percorsi di inclusione lavorativa - si inserisce nell’ambito degli incontri territoriali che il Comitato Leonardo organizza periodicamente con aziende associate, allo scopo di favorire il confronto tra imprese, associazioni e Istituzioni.

Dopo i saluti di benvenuto di Francesco Masini, Responsabile Relazioni Esterne di Vecomp, hanno aperto i lavori il Presidente del Comitato Leonardo Sergio Dompé, la Presidente di Progetto QUID Anna Fiscale, il Presidente di ICE Agenzia Matteo Zoppas, Il Direttore Generale di Fondazione Cariverona Filippo Manfredi e la Vicepresidente di Confindustria Verona Tiziana Recchia. Per il Comune di Verona è intervenuto l’Assessore al Bilancio, Michele Bertucco. Il Prof. Giorgio Mion, del Dipartimento di Management dell’Università di Verona, ha presentato la relazione Imprenditoria Sociale: modello, sfide, opportunità, fornendo utili spunti alla successiva tavola imprenditoriale, moderata da Valeria Bonilauri, Responsabile Innovazione Radicale di ELIS, in cui si sono confrontati Cristina Bombassei, Chief Sustainability Officer di Brembo, Katia Gruppioni, Vice Presidente di Sira Group e Giulia Gentili, Manager di Gentili Mosconi. 

Tra i soci del Comitato Leonardo, nato nel 1993 per rafforzare l’immagine di eccellenza dell’Italia nel mondo, sono presenti 110 aziende il cui fatturato complessivo è di 410 miliardi di euro, con una quota all’estero pari al 55%. 

“Il Made in Italy e il suo valore sono di più di quanto viene registrato dalle metriche economiche come il PIL” sottolinea Sergio Dompé, Presidente del Comitato Leonardo. “Una componente fondamentale della qualità è la passione che noi italiani mettiamo nel fare bene le cose e nell’essere utili alle nostre comunità. È per questo che il valore portato dalle imprese come Progetto Quid nella quale missione sociale e sostenibilità economica trovano una felice sinergia, è una componente essenziale del Made in Italy che vogliamo contribuire a riconoscere e far conoscere”.

Il Prof. Giorgio Mion, presentando la relazione sull’imprenditoria sociale, ha sottolineato: “Da più parti, il contesto globale è visto come un inedito scenario di policrisi: cambiamento climatico, conflitti, dinamiche demografiche, crisi dei modelli economici tradizionali sono solo alcuni dei fattori che determinano il bisogno di un nuovo impegno verso la sostenibilità dello sviluppo. In questo contesto, le imprese italiane ed europee vivono una profonda fase di rinnovamento nei modi di azione e, soprattutto, di riconsiderazione degli obiettivi di fondo. La rinnovata attenzione alla vocazione sociale dell’impresa investe ogni ambito della sua azione e coinvolge anche gli aspetti istituzionali e di governance. Imprese sociali, società benefit, B-Corp sono solo la punta di un iceberg di un movimento diffuso che può trovare le maggiori opportunità nella capacità di contaminarsi reciprocamente e di collaborare verso obiettivi comuni”.

Questo contesto, caratterizzato anche da una sempre maggiore attenzione dei consumatori e del mondo finanziario verso la sostenibilità di un’impresa, richiede nuovi modelli di business che sappiano indirizzare le crescenti sfide sociali ed economiche: in questo scenario, le imprese sociali ricoprono un ruolo sempre più importante. In Veneto, grazie ad una forte tradizione imprenditoriale e alla presenza di una fitta rete di organizzazioni non profit e cooperative, le imprese sociali possono giocare un ruolo chiave nel promuovere uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo. La loro capacità di affrontare questioni critiche come la disoccupazione, la marginalizzazione e la tutela dell'ambiente le rende particolarmente rilevanti per rispondere alle sfide attuali e future della Regione: il caso virtuoso di Progetto QUID, che oggi impiega 160 persone di 21 nazionalità diverse e collabora con più di 100 aziende, ne rappresenta un esempio concreto.

Le imprese sociali spesso nascono su piccola scala, con un forte legame con il territorio e un impatto diretto su comunità specifiche: per questo motivo, la scalabilità del modello è una delle principali sfide che si trovano ad affrontare, insieme alla sostenibilità finanziaria, all’accesso ai finanziamenti e alla gestione e formazione delle risorse umane. L'espansione su scala più ampia, infatti, può essere difficile da realizzare senza compromettere la missione sociale originaria, perché la crescita può richiedere cambiamenti nei modelli operativi, nuovi investimenti e una riorganizzazione della struttura. Progetto QUID è riuscita ad espandere le proprie attività e collaborazioni a livello nazionale e internazionale senza perdere il focus sull’inclusione e sulla sostenibilità, attraverso una rete di collaborazioni con aziende del settore fashion e non, italiane ed internazionali, che permettono di incrementare la distribuzione mantenendo saldi i principi del progetto. 

La collaborazione e le sinergie tra imprese sociali e aziende profit, come dimostra il caso di QUID, può apportare vantaggi reciproci e rappresentare un’opportunità per le imprese tradizionali del Made in Italy, che possono anche trarre ispirazione dai modelli operativi delle imprese sociali per migliorare i propri processi interni e il proprio impatto.

Anna Fiscale, Presidente di Progetto QUID, ha commentato: “Riceviamo con gioia oggi Comitato Leonardo e tutti gli ospiti a Verona e nel nostro laboratorio di produzione ad Avesa, dopo aver ricevuto lo scorso aprile il Premio Qualità Italia in occasione della Prima Giornata Nazionale del Made in Italy. L’occasione del convegno ci permette di portare all’attenzione di un pubblico sempre più ampio l’importanza della collaborazione e sinergia tra il profit e il no profit, amplificando l’impatto che insieme è possibile creare sul territorio. Le tante aziende presenti oggi testimoniano che l’attenzione alla sostenibilità e all’inclusione è sempre più sentita e occasione di preziosa crescita per integrare, anche nei modelli di impresa più tradizionali, la componente sociale”. 
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