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Tennis italiano in ascesa, ma il calcio resta il padrone assoluto: quando cambierà?

Redazione
 
Il trionfo dell’ItalTennis nelle ATP Finals e in Coppa Davis, con protagonisti come Jannik Sinner, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, ha infiammato milioni di italiani davanti alla TV, segnando record di ascolti che testimoniano un amore crescente per questo sport. Eppure, nonostante il successo, il tennis italiano continua a scontrarsi con un avversario imbattibile: il monopolio mediatico e finanziario del calcio. La finale delle ATP Finals, che ha incoronato Jannik Sinner vincitore contro Taylor Fritz, ha attirato 3,5 milioni di spettatori su Rai 2, con uno share del 20,78%. Su Sky, la stessa partita è stata seguita da 1,1 milioni di persone, raggiungendo il 6,4% di share. Ancora più impressionante è stato il risultato della finale di Coppa Davis, dove l’Italia ha schiantato l’Olanda per conquistare il secondo titolo consecutivo: 3,8 milioni di spettatori su Rai 2, con punte che sfiorano i 4,5 milioni e uno share del 25,98%.

Questi numeri dimostrano che il tennis non è affatto uno sport figlio di un dio minore. La passione per Sinner, Berrettini e compagnia racchettando è tangibile, e il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), Angelo Binaghi, non ci sta più a vederlo relegato in secondo piano. “Non posso più accettare che il tennis venga considerato dalla Rai uno sport minore. Non lo è. Lo dimostrano gli ascolti”, ha dichiarato Binaghi, chiedendo a gran voce che il tennis riceva lo stesso trattamento della Nazionale di calcio. “I diritti sono nostri e io, da presidente, ho il dovere di difendere questo popolo. O la Rai tratta il tennis come il calcio, oppure i diritti ce li teniamo”. Secondo Binaghi, la Rai deve garantire al tennis una "vetrina vera" sulla rete ammiraglia, Rai 1, proprio come fa con gli azzurri del pallone. “Il nuovo Sinner deve vedere Sinner su Rai 1 e non su Rai 2. Mi è stato risposto che ci sono valutazioni di marketing. Non posso accettarlo”, ha tuonato Binaghi sottolineando l’ipocrisia del sistema: “Gli spagnoli hanno visto la finale del Roland Garros tra Alcaraz e Zverev sulla loro TV pubblica. In Italia non è possibile, a causa di una norma datata che lo consente solo per le finali di Coppa Davis. Questo deve cambiare”.

Eppure, nonostante i successi del tennis, il calcio continua a monopolizzare l’attenzione mediatica, finanziaria e politica del paese. Le partite della Nazionale di calcio, anche quelle meno rilevanti, vanno automaticamente su Rai 1. Perché il tennis, che sta portando l’Italia ai vertici mondiali, non merita lo stesso trattamento? Questo monopolio soffoca la crescita di altri sport, relegati a un ruolo marginale nonostante abbiano il potenziale per attirare e coinvolgere un vasto pubblico. La “colpa” non è solo della Rai, ma di un sistema economico e culturale che vede nel calcio l’unico veicolo per muovere miliardi di euro. La società globalizzata, dominata dall’economia, sembra incapace di dare spazio al merito quando la posta in gioco sono i profitti. Il circolo vizioso è chiaro: il calcio monopolizza gli investimenti, i media e l’attenzione pubblica, lasciando poco spazio agli altri sport. Ma i numeri non mentono. Il pubblico italiano è pronto a sostenere il tennis, e successi come quelli di Sinner e dell’ItalTennis meritano di essere celebrati con la stessa enfasi riservata al calcio. Se il sistema non si adatta, rischia di perdere un’occasione storica per valorizzare uno sport che sta riscrivendo la storia dello sport italiano. Forse è arrivato il momento di rompere questo monopolio e dare al tennis, e a tanti altri sport, lo spazio che meritano. I tifosi lo chiedono, i campioni lo meritano. La palla, ora, è nel campo della Rai.
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