Il parlamento spagnolo ha approvato il decreto legge sull'embargo sulle armi a Israele, con il voto favorevole della coalizione che sostiene il governo di Pedro Sánchez, cui si è aggiunto Pedemos, che tuttavia continua a descriverlo come un "falso" embargo, e quello contrario del Partito popolare e dell'ultradestra di Vox e l'astensione dell'UPN.
Medio Oriente: il parlamento spagnolo si spacca, ma vota l'embargo sulle armi a Israele
La posizione dei quattro deputati di Podemos è stata fondamentale per l'approvazione del decreto legge ed è stata spiegata, poche ore prima del voto, dalla leader del partito, Ione Belarra, che, in un video, ha detto che la scelta di sostenere il testo è stata per evitare che il PSOE usasse la mancata convalida "come scusa per non fare nulla e continuare a mantenere relazioni militari con Israele".
Fonti di Podemos hanno indicato che hanno preferito votare a favore piuttosto che astenersi, poiché in questo modo c'erano più garanzie che la convalida sarebbe andata avanti se ci fosse stato un errore dell'ultimo minuto o una battuta d'arresto da parte di altri deputati.
Nonostante tutto, Podemos continua a definire questo embargo come "falso" poiché, a suo avviso, non pone fine all'acquisto e alla vendita di armi e al transito di attrezzature militari destinate a Israele.
Anche il resto dei partner della maggioranza di Pedro Sánchez, come ERC, Junts, EH Bildu, PNV e BNG, si sono lamentati, durante il dibattito, dicendo che il decreto legge è incompleto, anche se hanno annunciato il loro voto a favore in quanto lo consideravano un punto di partenza.
In particolare, il decreto legge include il consolidamento dell'embargo totale sulle armi nei confronti di Israele, nonché il divieto di esportazioni verso Israele e importazioni da Israele di tutto il materiale per la difesa e di beni o tecnologie a duplice uso.
Contempla inoltre il rifiuto della richiesta di transito di carburanti per aerei con possibile uso militare in Israele e il divieto di importazione di prodotti provenienti da insediamenti israeliani illegali nei territori palestinesi occupati, tra gli altri aspetti.