La notizia dell'accordo per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas ha suscitato una reazione pressoché unanime di sollievo e speranza da parte dei leader mondiali e delle istituzioni tutte. A cominciare dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha accolto l'annuncio con parole di forte sostegno, dichiarando: "L'Ue continuerà a sostenere la consegna rapida e sicura degli aiuti umanitari a Gaza. E quando arriverà il momento, saremo pronti a contribuire alla ripresa e alla ricostruzione. L'opportunità odierna va colta al volo".
Accordo Israele-Hamas: il mondo accoglie con speranza il cessate il fuoco
Von der Leyen ha inoltre sottolineato che si tratta dell'occasione per "tracciare un percorso politico credibile verso una pace e una sicurezza durature. Un percorso saldamente ancorato alla soluzione dei due Stati". Nel suo messaggio, la presidente ha lodato "gli sforzi diplomatici di Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia nel raggiungere questa svolta", aggiungendo di essere "incoraggiata dal sostegno del governo di Israele e dell'Autorità nazionale palestinese". Con tono perentorio, von der Leyen ha poi esortato: "Ora, tutte le parti devono rispettare pienamente i termini dell'accordo. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati in sicurezza. Deve essere stabilito un cessate il fuoco permanente. Le sofferenze devono finire".
Sulla stessa linea, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha ricordato il lungo calvario vissuto finora: "Dopo 733 lunghe notti, poche ore fa al Cairo è stato raggiunto un accordo che avrebbe finalmente visto il rilascio degli ostaggi rimasti e un cessate il fuoco a Gaza". Anche Metsola ha elogiato gli sforzi diplomatici del presidente Trump e dei Paesi mediatori, sottolineando con fermezza: "Ora deve essere rispettato e attuato". La presidente del Parlamento europeo ha definito questo "un momento cruciale per la pace e la rinascita in Medio Oriente" che "apre una strada che potrebbe finalmente porre fine al ciclo intergenerazionale di violenza, sofferenza e terrore che ha afflitto la regione".
Con un toccante riferimento personale, Metsola ha ricordato: "Ieri ero con la famiglia di Evyatar David al Parlamento europeo mentre arrivava la notizia di una potenziale svolta nei negoziati: come tanti, hanno atteso e sperato in questo momento per così tanto tempo. La pace è possibile".
Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha espresso apprezzamento per l'intesa, dichiarando: "Accolgo con favore l'accordo raggiunto sulla fase iniziale della proposta di pace presentata dal presidente degli Stati Uniti. La sua attuazione apre la strada al tanto atteso rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, a un cessate il fuoco a Gaza e alla fine della grave crisi umanitaria sul campo". Costa ha inoltre rimarcato che "si tratta di un'opportunità cruciale che deve essere sfruttata per gettare le basi di una pace duratura, fondata sulla soluzione dei due Stati".
Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso "immensa speranza per gli ostaggi e le loro famiglie, per i palestinesi di Gaza, per la regione", auspicando che l'accordo consenta "la fine della guerra e l'apertura di una soluzione politica fondata su una soluzione a due Stati".
Con un messaggio netto, Macron ha aggiunto che "la Francia è pronta a contribuire a questo obiettivo", annunciando che la questione sarebbe stata discussa nel pomeriggio a Parigi con i partner internazionali.
Dal Regno Unito, il primo ministro Keir Starmer ha definito l'accordo "un momento di profondo sollievo che sarà avvertito in tutto il mondo", in particolare "per gli ostaggi, le loro famiglie e per la popolazione civile di Gaza, che ha sopportato sofferenze inimmaginabili negli ultimi due anni". Starmer si è detto "grato per gli instancabili sforzi diplomatici di Egitto, Qatar, Turchia e Stati Uniti, supportati dai nostri partner regionali, nel garantire questo primo passo cruciale", esortando che "questo accordo deve ora essere attuato integralmente, senza indugio, e accompagnato dall'immediata revoca di tutte le restrizioni agli aiuti umanitari salvavita a Gaza".
Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha celebrato le notizie dal Medio Oriente, dichiarando: "Il governo di Spagna celebra le notizie che arrivano dal Medio Oriente e spera che questo sia l'inizio di una pace giusta e duratura". Con un richiamo alla responsabilità morale, Sanchez ha sottolineato: "Ora tocca dialogare, assistere la popolazione civile e guardare al futuro. Con speranza. Ma anche con giustizia e con memoria. Perché le atrocità vissute non tornino a ripetersi mai più".
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz si è detto "incoraggiato" dall'intesa, affermando che "c'è ovviamente una grande possibilità di raggiungere un accordo con Hamas nelle prossime ore", mentre il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dichiarato di essere "felice del successo delle trattative su Gaza", aggiungendo che "la Germania è pronta a sostenere ulteriori passi verso la pace".
Tra i principali artefici dell'accordo figura il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha espresso la propria soddisfazione: "Sono profondamente lieto che i negoziati Hamas-Israele, condotti a Sharm El-Sheikh con il contributo della Turchia, abbiano portato a un cessate il fuoco a Gaza". Erdogan ha rivolto "i miei più sentiti ringraziamenti al presidente degli Stati Uniti Trump, che ha dimostrato la necessaria volontà politica per incoraggiare il governo israeliano a raggiungere il cessate il fuoco, nonché ai nostri Paesi fratelli Qatar ed Egitto, che hanno fornito un sostegno significativo al raggiungimento dell'accordo".
Il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, pur riconoscendo le tensioni tra Vaticano e Israele, ha definito l'accordo "indubbiamente una bella notizia", precisando: "La strada verso la pace è lunga ma bisogna cominciare in qualche modo. Questi gesti, soprattutto la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri, il parziale, almeno iniziale ritiro dell'esercito israeliano, danno quella fiducia necessaria per continuare".
Con realismo, ha aggiunto: "Questa prima fase ne aprirà delle altre e creerà un clima nuovo che aiuterà anche nella distribuzione degli aiuti. Tornare alla normalità, alla vita ordinaria non si potrà ancora perché la situazione è disastrosa ma è necessario cominciare a ripensarla". Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmud Abbas, pur non essendo stato parte diretta delle trattative, ha espresso la speranza che l'accordo sia "un preludio a uno Stato palestinese sovrano", definendosi il "partner naturale per la stabilità nella regione insieme allo Stato di Israele", in un passaggio particolarmente significativo per le prospettive di coesistenza.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito l'accordo "una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi e al ritiro delle forze israeliane su linee concordate". Meloni ha ringraziato "il Presidente Trump per aver incessantemente ricercato la fine del conflitto a Gaza e i mediatori - Egitto, Qatar e Turchia - per i loro sforzi che si sono rivelati cruciali per l'esito positivo raggiunto", esortando tutte le parti a "rispettare pienamente le misure concordate e lavorare per realizzare rapidamente i passi successivi previsti dal Piano di Pace". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha celebrato: "Dal Medio Oriente arrivano ottime notizie: la pace è vicina".
Con un impegno concreto, Tajani ha aggiunto: "L'Italia, che ha sempre sostenuto il piano statunitense, è pronta a fare la sua parte per consolidare il cessate il fuoco, per fare arrivare nuovi aiuti umanitari e per partecipare alla ricostruzione di Gaza. Pronti anche a inviare militari in caso di creazione di una forza internazionale di pace per riunificare la Palestina".
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha espresso la propria emozione con parole toccanti: "L'accordo di Pace siglato nella notte è un accordo storico. La politica può fare (ancora) la differenza. Ostaggi liberi, fine della guerra, due popoli due Stati. E per i bambini della Terra Santa si apre una finestra di speranza straordinaria". Con gratitudine verso tutti i protagonisti diplomatici, Renzi ha concluso commosso: "Questa è una notte che passerà alla storia. Sono commosso fino alle lacrime".
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha lanciato un appello affinché tutte le parti colgano questo "momento storico", esortando a "stabilire un percorso politico credibile verso la fine dell'occupazione, il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese e il raggiungimento di una soluzione a due stati che consenta a israeliani e palestinesi di vivere in pace e sicurezza". Con tono grave, Guterres ha concluso: "La posta in gioco non è mai stata così alta".
Dall'altra parte dell’oceano, il primo ministro australiano Anthony Albanese, insieme al ministro degli Esteri Penny Wong, ha definito il piano "un passo molto atteso verso la pace", esortando che "tutte le parti rispettino i termini dell'accordo e che l'aiuto umanitario giunga senza ostacoli a Gaza". Sulla stessa lunghezza d'onda, il ministro degli Esteri neozelandese Winston Peters ha dichiarato: "Questo è un primo passo essenziale verso il raggiungimento di una pace duratura. Esortiamo Israele e Hamas a continuare a lavorare per una soluzione completa".
Anche la Cina ha accolto con favore l'accordo raggiunto su Gaza, auspicando attraverso il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun che il cessate il fuoco sia "permanente e di ampia portata". Il Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha sottolineato l'urgenza sanitaria: "L'OMS è pronta a intensificare il suo lavoro per soddisfare i terribili bisogni sanitari dei pazienti di Gaza e per sostenere la riabilitazione del sistema sanitario distrutto". Con un messaggio che sintetizza il sentimento generale, Tedros ha concluso: "La migliore medicina è la pace".