Economia

Servizi pubblici 2025, la fotografia del CNEL mostra passi avanti, ma l’Italia corre a due velocità

Redazione
 
Servizi pubblici 2025, la fotografia del CNEL mostra passi avanti, ma l’Italia corre a due velocità
Alla presenza del presidente Renato Brunetta, del ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, della Ragioniera generale dello Stato Daria Perrotta, della consigliera del CNEL Marcella Mallen e del professor Emanuele Padovani, il CNEL ha presentato oggi a Villa Lubin (14 ottobre 2025) la Relazione annuale sui livelli e la qualità dei servizi erogati dalla PA centrale e locale. Un quadro articolato, che conferma il progresso in più ambiti e, allo stesso tempo, la persistenza di divari territoriali e ritardi rispetto alla media europea. Nel corso dell’evento si è svolta anche la seconda edizione del “Premio Impatto PA”, ideato dal Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro.

Servizi pubblici 2025, la fotografia del CNEL mostra passi avanti

Nel capitolo istruzione la spinta del PNRR è tangibile: è attivato il 90% delle risorse e, nel sistema 0-6, crescono spesa e servizi. L’accesso a nidi e servizi integrativi per i bambini 0-3 anni sale al 38,5% (era il 25,5% nel 2012), con un +17% di personale educativo tra 2018 e 2023. Per la prima volta la dispersione scolastica scende sotto il 10% (9,8% nel 2024, contro il 22,9% del 2004), calano i NEET al 15,2% (22,1% nel 2019) e aumenta la quota di adulti 25-64enni almeno diplomati (66,7% dal 62% del 2019).

All’università, i laureati crescono del 14,5% nel quinquennio (393mila nel 2023), con il 36,4% in area economico-giuridico-sociale e il 26,1% in area STEM (a prevalenza maschile). I dottorandi toccano quota 41mila (+30% in due anni, anche grazie al PNRR). Resta però compressa la spesa per istruzione terziaria (0,4% del PIL contro lo 0,8% UE) e persistono i gap: competenze sotto la media OCSE, soprattutto al Sud, e un tasso di occupazione dei laureati a tre anni dal titolo al 74% (82% UE). Solo il 9% degli adulti partecipa a formazione continua, la transizione scuola-lavoro rimane uno snodo critico.

Nel comparto sanità il CNEL registra “luci e ombre”. Tornano ai livelli pre-Covid la speranza di vita e migliorano gli esiti oncologici; cresce, seppur lievemente, la spesa pubblica e si rafforzano gli organici di infermieri e ostetriche. Ma aumentano i decessi per malattie neurologiche, pesano obesità e incidentalità stradale, e si acuisce la carenza dei medici di base e del personale dell’emergenza-urgenza. Il deficit di infermieri rispetto alla media europea supera le 180mila unità. La spesa sanitaria privata tocca i 42,6 miliardi (25% del totale), mentre visite ed esami specialistici calano mediamente tra 2018 e 2023 (-1,7% e -2%). Nel 2024 quasi un decimo dei residenti rinuncia a prestazioni, per liste d’attesa più lunghe e difficoltà a sostenere i costi, il 23,9% ha pagato integralmente l’ultima prestazione senza rimborsi.

Sul fronte della circolarità, l’Italia consolida una posizione di avanguardia europea: raccolta differenziata al 66,6% nel 2023 (+1,4 punti sul 2022), efficienza d’uso delle risorse sopra la media UE (3,7 euro di PIL per ogni kg di materiale nel 2022, contro 2,5 euro/kg UE), 331 città - 7,2 milioni di abitanti - con strategie “rifiuti zero” e il 70% delle gare pubbliche con criteri ambientali per oltre 5,2 miliardi. La ripresa del turismo, però, rialza l’impronta dei rifiuti: dai 4,7 kg pro capite del 2020 a 9,3 kg nel 2022.

I servizi alle imprese mostrano un andamento positivo. Nel 2023 l’Italia è terza in Europa per entità degli aiuti, con circa 22 miliardi erogati (12% del totale UE), soprattutto per transizioni ecologica e tecnologica. Il PNRR mobilita 57 miliardi su competitività e digitalizzazione. Avanzano internazionalizzazione, export, parità di genere, inclusione e valutazione d’impatto. In ricerca e sviluppo l’intensità scende all’1,37% del PIL nel 2022 (2,27% UE), ma in valore assoluto si registra un +5%, ripartono gli investimenti di settore, trainati da pubblico e università; le piccole imprese arretrano (-5,3%), meglio le medie (+1,2%) e le grandi (+6,4%).

Nel capitolo povertà e disuguaglianze il 23,1% della popolazione è a rischio povertà o esclusione (21% media UE), con picchi nel Mezzogiorno (39%). Il 2024 è stato un anno di riforme con l’Assegno di Inclusione che ha coinvolto 758mila nuclei (1,8 milioni di persone; importo medio 620 euro), il 68% nel Sud. Prosegue l’attuazione della riforma sulla non autosufficienza, in un Paese che invecchia rapidamente, gli over-65 sono quasi un quarto della popolazione, oltre 4 milioni non autosufficienti. La spesa sociale complessiva arriva a 587 miliardi (59% della spesa corrente pubblica), di cui 57 miliardi per l’assistenza in senso stretto, permane lo squilibrio tra trasferimenti e servizi territoriali.

Sul cambiamento climatico, le emissioni di gas serra calano nel 2023 del 26% sui livelli 1990 (-6,8% sul 2022), spinte da rinnovabili, efficienza industriale e combustibili meno carbon-intensivi. Ma i trasporti fanno eccezione: emissioni in aumento e superiori del 7% al 1990, mentre il settore pesa per il 28% del totale nazionale, seguito da produzione di energia (21%), residenziale (18%) e manifattura (13%). Nel 2024 si contano 18 stati di emergenza per eventi meteo avversi e tre Regioni in emergenza per deficit idrico, a riprova di un rischio climatico crescente.

Le performance territoriali sugli obiettivi dell’Agenda 2030 non segnano avanzamenti significativi, migliorano i risultati su economia circolare (Goal 12), peggiorano su fame (G1), acqua e servizi igienico-sanitari (G6), vita sulla terra (G15) e istituzioni (G16). Si conferma la frattura Nord-Sud. Nel Mezzogiorno più obiettivi sotto la media nazionale (da 9 a 13 per regione), mentre nel Centro-Nord in media sono due. Le criticità maggiori sono ambientali (reti idriche, consumi energetici, consumo di suolo) e sul versante sociale persiste il divario occupazionale di genere, soprattutto tra madri con figli in età prescolare e donne senza figli. Tra i progressi, calo dei NEET e crescita della copertura Gigabit. Nei servizi comunali aumentano le risorse ma gli esiti restano disomogenei: rifiuti, nidi e servizi sociali segnano ancora ampi gap, con migliori performance al Nord, più stabili e omogenei i servizi di polizia locale e amministrazione generale.

Il CNEL richiama infine la centralità della valutazione della qualità dei servizi come bussola dell’azione pubblica, per coniugare efficienza, equità e soddisfazione degli utenti con indicatori misurabili. Il 2024 ha visto crescere in modo significativo la consistenza del personale pubblico, insieme a formazione, digitalizzazione e uso di piattaforme nazionali, inclusi i primi riscontri sull’intelligenza artificiale. Un percorso di ammodernamento che ha messo a dieta la burocrazia e rafforzato la capacità di attuazione.

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