Le elezioni presidenziali annullate in Romania sono state oggetto di attacchi informatici, disinformazione e propaganda. A confermarlo è stata una commissione parlamentare dopo aver esaminato i dati riservati dei servizi segreti esteri del Paese.
Romania: il parlamento conferma, le elezioni intossicate da disinformazione e propaganda
La corte suprema della Romania ha annullato le elezioni presidenziali due giorni prima del secondo e ultimo turno di votazioni dell'8 dicembre. La decisione è stata presa dopo che era arrivata la vittoria sorprendente di un esponente dell'estrema destra. La corte ha preso la sua decisione basandosi su cinque documenti declassificati dall'UE e dal consiglio di sicurezza superiore dello Stato, che hanno denunciato l'ingerenza russa ma hanno fornito poche prove concrete di un coinvolgimento diretto di Mosca che, peraltro, ha negato qualsiasi interferenza.
Ieri il servizio di intelligence estero (SIE) ha presentato ulteriori conclusioni alla commissione parlamentare incaricata di supervisionarlo.
"Si sono verificati attacchi informatici volti a influenzare l'equità delle elezioni, in particolare da parte della Russia, per influenzare l'agenda pubblica utilizzando l'intelligenza artificiale e una promozione online aggressiva", ha affermato in una nota il capo della commissione Mihai Weber.
"Ci sono state campagne di disinformazione e propaganda per sostenere i candidati euroscettici, che sono stati favoriti rispetto agli altri concorrenti."
Ieri la Commissione europea ha avviato un procedimento formale nei confronti dell'azienda di social media TikTok per la sua presunta incapacità di limitare le interferenze nelle elezioni, in particolare durante il voto in Romania.
Nel frattempo, oggi quattro partiti rumeni filoeuropei proseguiranno i colloqui per formare un governo di coalizione dopo le elezioni parlamentari del primo dicembre, in cui tre raggruppamenti ultranazionalisti e di estrema destra, alcuni con evidenti simpatie filorusse, hanno vinto più di un terzo dei seggi.
I colloqui della coalizione hanno incontrato un ostacolo lunedì quando l'opposizione centrista Unione per la salvaguardia della Romania (USR) ha chiesto chiarezza sui piani di spesa e di tassazione per il 2025.
Gli altri tre partiti (i socialdemocratici di sinistra al governo e i liberali di centro-destra, insieme al partito di etnia ungherese) che potrebbe mettere insieme una piccola maggioranza senza l'USR, hanno dichiarato martedì che avrebbero ridotto il deficit al 7% della produzione economica l'anno prossimo, dall'8,6% stimato per il 2024 (il più alto dell'UE), senza specificare in che modo.
Oggi Fitch ha abbassato l'outlook del rating della Romania da stabile a negativo, affermando che l'incertezza politica ha sollevato preoccupazioni sulla capacità del Paese di ridurre il deficit.
"La durata di una simile coalizione è incerta e le nuove elezioni presidenziali, programmate probabilmente al più presto per marzo 2025, manterranno un'elevata incertezza politica e probabilmente ritarderanno anche l'attuazione di misure di consolidamento fiscale", ha affermato Fitch.
La Romania è classificata un gradino sopra il grado di investimento da tutte e tre le principali agenzie di rating.