Per contrastare l'inverno demografico (alimentato anche dalla politica di un solo figlio per ciascuna coppia), che lancia oscure previsioni per il futuro di un Paese che ha una forte componente di anziani e che deve alimentare la forza lavoro di una gigantesca macchina produttiva, la Cina ha deciso di un'imposta sul valore aggiunto sui farmaci e sui prodotti contraccettivi.
Contro il calo demografico, la Cina tassa i preservativi
Secondo la nuova regolamentazione dell'Iva, che fissa la tassazione al 13%, i "farmaci e prodotti contraccettivi" non saranno più esenti da imposte a partire dal 1° gennaio.
La notizia, arrivata senza molto clamore all'attenzione pubblica, anche per l'evidente tentativo dei media statali di non darle rilevanza, sta animando le discussioni sui social media, con la prevalenza di batture ironiche sul fatto che bisogna essere degli stupidi per non sapere che crescere un figlio è più costoso che usare i preservativi, anche se sono tassati.
Ancora più grave, gli esperti stanno sollevando preoccupazioni per il potenziale aumento delle gravidanze indesiderate e delle malattie sessualmente trasmissibili dovuto all'aumento dei costi dei contraccettivi. La politica del "figlio unico" del Partito Comunista al potere è stata applicata dal 1980 circa al 2015 con multe salate e altre sanzioni , e talvolta con aborti forzati . In alcuni casi, i bambini nati oltre il limite consentito venivano privati di un numero di identificazione, rendendoli di fatto non cittadini.
Nel 2015 il governo ha innalzato il limite di natalità a due figli. Quando la popolazione cinese ha iniziato a raggiungere il picco e poi a diminuire , nel 2021 è stato portato a tre figli. La contraccezione è stata attivamente incoraggiata e resa facilmente accessibile, persino gratuita.
Secondo l'Ufficio Nazionale di Statistica, nel 2024 in Cina sono nati 9,5 milioni di bambini, circa un terzo in meno rispetto ai 14,7 milioni del 2019. Questo nonostante un tasso di natalità più alto del solito, determinato dalla tradizionale preferenza per il parto nell'Anno del Drago, secondo l'astrologia cinese.
Poiché in Cina i decessi hanno superato le nascite, nel 2023 l'India l'ha superata diventando il Paese più popoloso del mondo.
Goli esperti, comunque, sono molto scettici sugli effetti che la nuova tassazione avrà sulle scelte delle coppie, perché quelle che non voglio un altro figlio difficilmente si sentiranno scoraggiate da una tassa del 13% sui preservativi e gli altri prodotti contraccettivi.
Come accade nella maggior parte dei paesi, in Cina la responsabilità del controllo delle nascite ricade principalmente sulle donne. Secondo una ricerca pubblicata dalla Bill & Melinda Gates Foundation nel 2022, solo il 9% delle coppie utilizza il preservativo, il 44,2% ricorre ai dispositivi intrauterini e il 30,5% alla sterilizzazione femminile, seguita dal 4,7% alla sterilizzazione maschile. Il resto delle coppie ricorre alla pillola o ad altri metodi.
Dato l'approccio invasivo che le autorità hanno da tempo nei confronti della loro vita privata e del loro corpo, alcune donne si sentono offese dal tentativo delle autorità di influenzare nuovamente le loro scelte personali in merito alla gravidanza.
Non esistono dati ufficiali sull'entità del consumo annuale di preservativi in Cina e le stime variano. Un rapporto pubblicato da IndexBox, una piattaforma internazionale di market intelligence, afferma che la Cina ha consumato 5,4 miliardi di unità di preservativi nel 2020, segnando l'undicesimo anno consecutivo di aumento.
La Cina ha uno dei numeri di aborti più alti al mondo, con 9-10 milioni all'anno nel periodo 2014-2021, secondo la Commissione Sanitaria Nazionale. Gli esperti affermano che il numero effettivo potrebbe essere più alto, con alcune donne che si rivolgono a cliniche clandestine. La Cina ha smesso di pubblicare i dati sugli aborti nel 2022.