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Rimborsi autostradali in caso di disagi, l’Autorità dei Trasporti approva la svolta attesa da milioni di automobilisti
Redazione

Il diritto al rimborso del pedaggio autostradale diventa realtà. Il Consiglio dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) ha approvato la delibera che introduce, per la prima volta in Italia, il rimborso automatico in caso di disagi dovuti alla presenza di cantieri o a blocchi del traffico causati da incidenti o fenomeni meteo. Una misura definita “unica nel suo genere”, annunciata lo scorso settembre dal presidente Nicola Zaccheo nella Relazione annuale al Parlamento, e salutata come una svolta in favore degli utenti.
Rimborsi autostradali in caso di disagi, l’Autorità dei Trasporti approva la svolta attesa da milioni di automobilisti
Zaccheo ha sottolineato che il provvedimento ribadisce il principio pay per use. Il pedaggio, ha spiegato, deve essere equo e proporzionato al servizio effettivamente ricevuto. La delibera, ha aggiunto, rappresenta “un atto di tutela verso i viaggiatori”, sempre più spesso penalizzati da rallentamenti e interruzioni.
Dal 2026, dunque, scatteranno i rimborsi. La proposta avanzata dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha ricevuto il via libera dell’Autorità, che ha confermato il diritto degli automobilisti a un ristoro economico ogni volta che la circolazione risulti compromessa. Le misure entreranno in vigore entro il primo giugno 2026 per i percorsi gestiti da un solo concessionario e entro il primo dicembre 2026 per quelli che coinvolgono più gestori. Salvini ha espresso soddisfazione per una riforma definita “spartiacque”, pensata per garantire tutele concrete a chi affronta quotidianamente cantieri e code infinite.
La questione dei rimborsi ai cittadini, però, non riguarda solo la rete autostradale. Anche il trasporto pubblico locale è tornato al centro del dibattito con la decisione dell’Antitrust sui disservizi del sistema Metrebus. L’Autorità ha riconosciuto oltre 3 milioni di euro di rimborsi agli abbonati per le carenze del servizio registrate tra il 2021 e il 2023. Una decisione che, secondo la presidente nazionale di Udicon, Martina Donini, afferma il principio secondo cui quando il servizio non funziona, l’utente ha diritto a un ristoro. Donini, però, considera la misura ancora insufficiente e ricorda che i ritardi e le soppressioni accumulate negli ultimi anni richiederebbero un risarcimento più sostanziale.
Il nuovo meccanismo di indennizzo introdotto tramite app, 0,50 euro di rimborso per ritardi oltre i 15 minuti, viene giudicato da Udicon un passo innovativo, ma efficace solo se gestito con semplicità e trasparenza. L’associazione insiste sul fatto che gli utenti non devono essere costretti a inseguire ciò che gli spetta, né affrontare procedure complicate. Serve, afferma Donini, un miglioramento reale e misurabile del servizio, non soluzioni tampone.
Sulla delibera Art interviene anche l’Unione Nazionale Consumatori. Per il presidente Massimiliano Dona si tratta di un passo avanti importante, benché non ancora risolutivo. Dona sostiene che chi resta imbottigliato nel traffico dovrebbe avere diritto non solo alla restituzione del pedaggio, ma anche, nei casi più gravi, a un indennizzo aggiuntivo. Un risarcimento, spiega, dovrebbe essere previsto soprattutto quando il gestore non fornisce un’informazione adeguata sui rallentamenti prima dell’ingresso in autostrada. Lo consente anche il quadro normativo: l’articolo 37 del decreto-legge 201 del 2011 attribuisce all’Autorità la possibilità di definire diritti dei consumatori anche di natura risarcitoria.
Più critica, invece, la valutazione sulla gradualità dei meccanismi finanziari previsti per le concessioni già esistenti. Dona evidenzia che i gestori potranno recuperare il 100% delle somme rimborsate nel 2026 e 2027, con una riduzione progressiva fino al 2030. Una soluzione che, pur basata su un compromesso tecnico, rischia, secondo il presidente UNC, di non penalizzare realmente chi offre un servizio scadente, perché il costo verrà comunque trasferito sugli automobilisti.