Economia

Plastica: mercato globale verso 1.206,6 miliardi di dollari entro il 2035

Redazione
 
Plastica: mercato globale verso 1.206,6 miliardi di dollari entro il 2035

Un tempo considerata una semplice commodity, oggi la plastica rappresenta uno snodo cruciale dell’economia globale. Un settore che, secondo le proiezioni di Future Market Insights, è destinato a passare da 651 miliardi di dollari nel 2025 a oltre 1.200 miliardi entro il 2035.

Plastica: mercato globale verso 1.206,6 miliardi di dollari entro il 2035

Una corsa inarrestabile, con un tasso di crescita del 6,4% l’anno, alimentata non solo dalla domanda ma da una trasformazione profonda: da prodotto di massa a risorsa strategica capace di adattarsi alle nuove esigenze tecnologiche e ambientali. A guidare questa espansione è il polietilene, il più diffuso dei polimeri, che da solo copre circa un terzo del mercato mondiale.

La sua forza sta nella versatilità: leggero, resistente, economico, capace di assumere mille forme diverse. È il film trasparente che avvolge il cibo al supermercato, il contenitore che viaggia sui tir, il tubo che corre invisibile sotto le nostre città. È la risposta discreta a un’esigenza costante del nostro tempo, quella di proteggere, conservare e trasportare in modo efficiente.

Non stupisce che il packaging resti il principale motore della domanda, con una quota che sfiora il 45%. L’esplosione dell’e-commerce e la crescita del consumo di prodotti confezionati hanno trasformato la plastica leggera in un alleato insostituibile: permette di ridurre i costi logistici, allunga la vita degli alimenti e garantisce che ogni pacco arrivi intatto al suo destinatario. Dietro la semplicità di un imballaggio c’è dunque un’industria complessa, che tiene insieme innovazione, economia e abitudini quotidiane. Ma è proprio in questa onnipresenza che si nasconde il grande paradosso della plastica moderna: ciò che la rende indispensabile è anche ciò che la mette sotto accusa.

La crescente pressione sociale e normativa sul fronte ambientale ha costretto il settore a ripensarsi, trasformando quella che sembrava una condanna - la logica dell’“usa e getta” - in una sfida di innovazione. Oggi l’industria non può più permettersi di ignorare la sostenibilità. L’impegno verso la riciclabilità, lo sviluppo di materiali bio-based e la progettazione di imballaggi monomateriale non sono più dettagli tecnici, ma veri e propri vantaggi competitivi. Le aziende che stanno vincendo la partita sono quelle che hanno saputo fare della circolarità un pilastro del loro modello di business, investendo in filiere di recupero a ciclo chiuso e certificazioni europee che garantiscono trasparenza e credibilità. La geografia della plastica, intanto, ridisegna nuovi equilibri globali. L’Asia-Pacifico si conferma la regione più dinamica, con Paesi come la Corea del Sud - che cresce a ritmi dell’8% annuo - trainati dagli investimenti in infrastrutture e dal boom del food packaging.

In Giappone la domanda è sostenuta dai dispositivi medici e dall’edilizia antisismica, mentre la Cina continua a macinare volumi grazie all’e-commerce e all’automotive, dove la leggerezza dei componenti è ormai sinonimo di efficienza energetica. Anche l’Occidente non resta a guardare. Gli Stati Uniti, con un mercato destinato a toccare le stesse dimensioni di quello globale, puntano a riaffermarsi come riferimento per ricerca e innovazione nei materiali polimerici.

Il Regno Unito registra un ritmo di crescita stabile, intorno al 7,4%, segno di un’industria matura ma ancora in espansione. Per le imprese, la chiave del successo passa oggi dalla capacità di presidiare questi poli strategici, stringere alleanze industriali e assicurarsi l’accesso a materie prime e PET riciclato in quantità sufficienti a soddisfare la domanda di grandi player e brand internazionali. In questo scenario in piena trasformazione, la plastica non è più soltanto una questione di produzione, ma di visione manageriale. I dipartimenti di ricerca e sviluppo sono chiamati a ideare nuovi gradi di polietilene ad alta densità, in grado di garantire una riciclabilità più efficiente e prestazioni superiori.

Il marketing deve imparare a raccontare non solo i vantaggi economici, ma anche quelli ambientali, trasformando la sostenibilità in un argomento di vendita e non più in un obbligo. La logistica, infine, deve assicurare tracciabilità, conformità e catene di fornitura trasparenti, elementi ormai indispensabili per chi vuole restare competitivo in un mercato sempre più regolato e sensibile alle tematiche ambientali.

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