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Olimpiadi Milano-Cortina 2026, la Corte dei Conti: “Serve un aggiornamento dei cronoprogrammi”

Redazione
 
Olimpiadi Milano-Cortina 2026, la Corte dei Conti: “Serve un aggiornamento dei cronoprogrammi”

La Corte dei Conti accende un nuovo faro sullo stato di avanzamento delle opere infrastrutturali per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, richiamando la società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 e i soggetti attuatori, in particolare ANAS e RFI, a un aggiornamento puntuale dei cronoprogrammi, a un rafforzamento del coordinamento interistituzionale e a una programmazione finanziaria più efficiente.

Olimpiadi Milano-Cortina 2026, la Corte dei Conti: “Serve un aggiornamento dei cronoprogrammi”

È quanto contenuto nella Delibera n. 68/2025/G della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, che ha approvato la relazione sul Fondo opere infrastrutturali destinato ai Giochi olimpici. Il documento analizza l’utilizzo delle risorse per gli interventi stradali e ferroviari connessi all’evento e verifica il rispetto delle tempistiche fissate in vista della cerimonia inaugurale.

Dalla relazione emerge che, tra i 111 interventi previsti in Lombardia, Veneto, Trentino e Alto Adige, ben 98 dispongono di copertura finanziaria completa e sono programmati per essere conclusi entro il 2025 o, se non indispensabili ai Giochi, successivamente, mentre solo 3 interventi stradali risultano ancora a copertura parziale.

Il Piano complessivo delle opere olimpiche, approvato nel 2020 con la cosiddetta “legge olimpica”, è stato più volte aggiornato, con un primo adeguamento arrivato nel 2022 per far fronte all’effetto combinato del trend inflattivo post-pandemico e del forte aumento dei costi delle materie prime. Tuttavia, osserva la Corte, già nel primo semestre del 2023 molte opere erano ancora nella fase iniziale, e solo una quota ridotta era entrata in cantiere, anche a causa della complessità progettuale di numerosi interventi e della necessità di coordinare più livelli amministrativi e territoriali.

Proprio per superare queste criticità, all’inizio del 2024 il Governo aveva riorganizzato la governance del sistema olimpico con una legge ad hoc, introducendo una cabina di regia più snella e la nomina di commissari straordinari per alcune opere strategiche. Ma, come rileva la Corte dei Conti, le risultanze a settembre 2025 appaiono ancora “eterogenee per tipologia di intervento”, con significativi ritardi su alcuni fronti e tempi stretti per altri.

Nella sua delibera, la magistratura contabile non si limita a richiamare i ritardi ma formula anche una serie di raccomandazioni operative. Oltre all’aggiornamento dei cronoprogrammi, la Corte sollecita l’adozione di coperture assicurative adeguate e misure di sicurezza fino alla riconsegna delle opere, specialmente per quelle essenziali e indifferibili, destinate a entrare in funzione in gestione temporanea prima del completamento definitivo.

Viene inoltre raccomandata una puntuale manutenzione degli impianti sportivi e un loro utilizzo sostenibile nel post-Giochi, anche attraverso la revisione dei piani economico-finanziari e l’attivazione di forme di partenariato pubblico-privato, in modo da contenere gli oneri futuri per gli enti pubblici proprietari e, di riflesso, per la collettività. A tutela del patrimonio pubblico, la Corte invita infine a prevedere una destinazione vincolata delle infrastrutture al momento della loro eventuale cessione, così da evitare dispersioni di valore o usi impropri delle strutture realizzate con fondi pubblici.

Nel complesso, la magistratura contabile prende atto degli sforzi compiuti negli ultimi mesi per migliorare la governance del progetto olimpico e dei rifinanziamenti approvati per garantire la copertura delle opere più critiche. Si sottolinea, però, come il completamento del piano richieda “la massima attenzione nell’esecuzione finale, un efficace coordinamento operativo e un controllo costante”, elementi ritenuti indispensabili per un uso corretto e trasparente delle risorse pubbliche.

La Corte dei Conti, nella sua analisi, rimarca che l’obiettivo non è solo garantire la realizzazione delle opere entro la scadenza olimpica, ma assicurare che esse diventino un patrimonio stabile e durevole per il Paese, in grado di generare ricadute economiche e sociali positive sui territori interessati, anche oltre la durata dei Giochi.

Il richiamo si inserisce in un momento cruciale per il dossier Milano-Cortina 2026, a meno di quattordici mesi dall’apertura ufficiale. La Corte invita non soltanto al rispetto dei tempi ma anche alla qualità e sostenibilità del risultato finale, affinché le infrastrutture costruite per l’evento non si trasformino in cattedrali nel deserto, ma in un’eredità utile e duratura per le comunità locali e per l’intero sistema Paese.

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