Economia
OGE, partita strategica per l’Europa, perché il via libera a Snam è interesse nazionale (e comune)
Redazione

Il tempo della prudenza è finito, l’Europa deve decidere, e lo deve fare ora. Le parole pronunciate oggi a Berlino dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso risuonano come un appello alla responsabilità collettiva, non solo europea, ma anche nazionale. La vicenda dell’acquisizione da parte di Snam del 24,99% di Open Grid Europe (OGE) non è una mera operazione finanziaria, ma un banco di prova per la sovranità industriale italiana e per la credibilità dell’Europa nel difendere un mercato unico aperto e competitivo.
OGE, partita strategica per l’Europa, perché il via libera a Snam è interesse nazionale (e comune)
Snam, con il suo ingresso nel più grande operatore indipendente della rete di trasporto gas tedesca, punta a rafforzare la sicurezza energetica del continente, integrando le infrastrutture del gas e, in prospettiva, dell’idrogeno. L’investimento, 920 milioni di euro per una quota di minoranza in un asset strategico, rappresenta una scelta industriale lungimirante, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e con il piano europeo per l’idrogeno, che vede proprio l’Italia tra i Paesi guida nella riconversione delle reti.
Eppure, a frenare la chiusura dell’accordo, prevista inizialmente entro settembre, è il clima di diffidenza che si respira a Berlino. Il ministero dell’Economia tedesco sta infatti valutando con cautela l’autorizzazione, sollevando preoccupazioni legate alla partecipazione indiretta della State Grid Corporation of China in CDP Reti, che controlla una quota di Snam. È una valutazione legittima, ma che rischia di trasformarsi in un ostacolo politico a un’operazione che, al contrario, andrebbe vista come un rafforzamento della partnership europea, non come una minaccia.
Snam è una società a guida pubblica italiana, soggetta a una piena vigilanza nazionale, e rappresenta un campione dell’industria energetica europea. L’ingresso in OGE, offrirebbe un contributo decisivo alla modernizzazione delle infrastrutture energetiche comuni, garantendo interoperabilità, innovazione tecnologica e investimenti coordinati sulla transizione all’idrogeno.
Come ha ricordato il ministro Urso a margine del meeting Friends of Industry, “l’importante è che ci sia una decisione e che ci sia chiarezza”. È un messaggio rivolto tanto a Berlino quanto a Bruxelles. Perché questa non è solo una partita industriale, è una questione di competitività europea. Ogni ritardo, ogni veto immotivato, alimenta l’incertezza e indebolisce la capacità dell’Europa di parlare con una sola voce sui grandi temi dell’energia e della transizione verde.
La rete di OGE, 12.000 chilometri di condotte che attraversano la Germania e la Valle del Reno, è un’infrastruttura essenziale per l’approvvigionamento energetico europeo. Aprirla alla partecipazione di un partner solido come Snam significherebbe costruire un asse energetico italo-tedesco capace di accelerare il percorso verso la neutralità climatica e ridurre la dipendenza da forniture esterne.
Oggi più che mai, serve una visione politica che accompagni quella industriale. L’Italia ha dimostrato di saper essere motore dell’integrazione energetica europea, dal ruolo nei gasdotti mediterranei alla leadership nella produzione e stoccaggio di gas naturale e biometano, fino alla strategia per l’idrogeno verde. È il momento che anche l’Europa riconosca questo valore e permetta a un campione nazionale come Snam di competere alla pari sui mercati continentali.
Come ha ammonito Urso, “non c’è più tempo da perdere”. L’operazione OGE si tradurrebbe in un investimento nell’interesse nazionale e in un’occasione per rafforzare la posizione dell’Italia come hub energetico del Mediterraneo e pilastro della nuova Europa industriale.