Il Veneto riparte da Vicenza con una dote senza precedenti, 20 miliardi di euro destinati alle imprese del territorio per investimenti, transizione sostenibile e innovazione. È l’impegno annunciato oggi nella sede di Confindustria Vicenza nell’ambito del nuovo accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, la cornice strategica presentata a gennaio dal presidente Emanuele Orsini e dal ceo Carlo Messina che mobilita complessivamente 200 miliardi fino al 2028, in sinergia con il PNRR e le opportunità di Transizione 5.0 e intelligenza artificiale.
Accordo Confindustria-Intesa Sanpaolo, 20 miliardi per il futuro del Veneto
L’incontro territoriale, con Cristina Balbo (direttrice regionale Veneto Ovest e Trentino-Alto Adige di Intesa Sanpaolo, nella foto) e Barbara Beltrame Giacomello (presidente di Confindustria Vicenza), ha messo al centro tre assi di politica industriale: sbloccare nuovi investimenti, rafforzare le filiere a più alto potenziale e consolidare la struttura patrimoniale e finanziaria delle aziende.
In pratica, risorse “operative e immediatamente accessibili”: linee per l’efficientamento energetico e la riduzione dei costi, plafond dedicati a Industria 5.0, strumenti per l’internazionalizzazione e la copertura dei rischi, oltre a consulenza per intercettare incentivi pubblici e soluzioni a favore delle filiere, così da rendere più stabili le catene di fornitura. Solo nei primi sei mesi del 2025, la banca ha già erogato in Veneto circa 2 miliardi a famiglie e imprese.
Il protocollo, nato nel 2009 e già tradottosi in 450 miliardi di credito al sistema produttivo in quindici anni, viene oggi aggiornato con misure mirate, nello specifico: focus su Aerospazio, Energia/Idrogeno, Robotica, Intelligenza Artificiale e Scienze della Vita; accelerazione della transizione sostenibile ed economia circolare; sostegno a startup e PMI hi-tech con soluzioni finanziarie e servizi dedicati; rafforzamento di governance e capitale, con strumenti per diversificare le fonti e ribilanciare il debito; infine, un piano per l’Abitare Sostenibile per attrarre competenze e talenti.
“Risorse concrete per accompagnare le nostre imprese nelle trasformazioni necessarie e consolidare la competitività di un territorio riconosciuto per eccellenza manifatturiera e capacità innovativa”, ha detto Beltrame Giacomello.
Per Balbo, la priorità è trasformare il capitale disponibile in progetti: “Mettiamo a disposizione delle imprese venete 20 miliardi per crescita, sostenibilità e digitalizzazione. Le aziende vicentine stanno investendo in nuovi impianti e tecnologie avanzate: le sosteniamo con finanziamenti per l’efficienza energetica, linee Transizione 5.0, supporto all’export e alla gestione dei rischi, oltre alla consulenza per gli incentivi. Innovazione e apertura ai mercati restano leve essenziali per la competitività”.
Il contesto macro, illustrato dal Research Department di Intesa Sanpaolo, offre una finestra di opportunità: l’economia italiana mostra resilienza, sostenuta da manifattura, risparmio delle famiglie e solidità bancaria; il recupero del potere d’acquisto spinge i consumi; tassi più contenuti riattivano gli investimenti, soprattutto tra le imprese più innovative e a guida giovane; la messa a terra del PNRR è attesa in accelerazione nel biennio in corso. Nel 2026, la crescita dovrebbe essere trainata da servizi avanzati, utilities, turismo, sanità, trasporti e logistica.
Vicenza, nel frattempo, corre con la specializzazione nella lavorazione dei metalli, macchine per impieghi speciali e materie plastiche, e con segnali positivi nella filiera delle costruzioni (infrastrutture e ristrutturazioni). Restano criticità nel manifatturiero legate alla trasformazione dell’automotive (molti fornitori tier 2 sul territorio) e alla discontinuità nei rapporti commerciali con gli Stati Uniti.
Dal 1° agosto i dazi su diverse merci europee sono saliti al 15% (dal 2,5% di inizio anno), con un’esenzione per i farmaci generici e i relativi ingredienti. La reazione delle imprese, però, è già in atto, secondo un’indagine interna della banca, infatti, tre su quattro cercano nuovi clienti in altri mercati e a Vicenza l’export del primo semestre 2025 è salito del +3,2% grazie a sbocchi in Emirati Arabi Uniti, Malaysia, Uruguay e in Paesi europei a crescita sostenuta (Polonia, Danimarca, Spagna). In parallelo, si rivedono listini, si aprono nuove filiali commerciali e produttive negli USA, e si ripensano le catene di approvvigionamento.
La chiave di volta resta la qualità. Per 7 operatori su 10 la superiorità dei prodotti italiani può mitigare l’impatto dei dazi, ma occorre un salto di scala su innovazione e R&S. I numeri lo confermano. Nel manifatturiero, il valore aggiunto per addetto delle imprese innovative supera di circa 40 mila euro quello di chi non investe in ricerca e l’adozione di rinnovabili e macchinari ad alta efficienza si riflette direttamente sulla produttività. Prossima frontiera è l’intelligenza artificiale diffusa in tutti i processi aziendali, dal design di prodotto alla supply chain, dal pricing al post-vendita.
Il nuovo accordo Confindustria-Intesa Sanpaolo, declinato in Veneto, mette a disposizione capitale paziente, strumenti e competenze per fare il salto. Ora tocca alle imprese convertire il potenziale in crescita, alle istituzioni accompagnare con semplificazioni, tempi certi e una strategia coerente per attrarre investimenti, al sistema del credito continuare a premiare innovazione, sostenibilità e filiere. Se il Veneto saprà unire queste leve, i 20 miliardi non saranno solo un plafond, ma diventeranno un moltiplicatore di competitività per un territorio che fa della manifattura la propria identità e del futuro una scelta quotidiana.