Donald Trump si è posto un obiettivo - ridurre la forza lavoro federale - e per raggiungerlo non guarda in faccia a nessuno, anche colpendo - grazie all'aiuto di Elon Musk - uno dei servizi che gli americani apprezzano di più, il Dipartimento degli Affari dei Veterani, reso famoso da film e telefilm, legato alle vicende di chi ha servito in armi il suo Paese e tornandovi, più o meno vivo, si trova davanti a problemi economici, ma soprattutto di salute.
I tagli di Musk colpiscono i veterani, privati del fondamentale aiuto psicologico
Nella sola prima ondata di licenziamenti che hanno colpito il Dipartimento, sono stati mandati via circa 2.400 dipendenti, alcuni dei quali, giudicando il provvedimento ingiustificato e anche inatteso, ora stanno male, come molti dei veterani che loro stessi assistevano.
C'è stato chi, licenziato, ha ora gli stessi sintomi di coloro ai quale dava il suoi aiuto: attacchi di panico talmente violenti da perdere i sensi, sintomo di un disturbo post-traumatico da stress, che, se non fronteggiato, come nel caso di chi lotta contro la dipendenza dall'alcool, può essere l'anticamera della ricaduta.
La conseguenza di tutto ciò è che ai veterani - oltre nove milioni di soggetti - non sono più garantiti servizi ed assistenza come in passato in centinaia di centri medici, cliniche e case di cura in tutto il Paese.
L'amministrazione Trump pianifica ulteriori tagli al Dipartimento degli Affari dei Veterani, che ha oltre 80.000 dipendenti. A causare timori è la sorte degli ex soldati che combattono con disturbi psicologici.
I veterani spesso beneficiano di servizi specializzati per curare ansia, traumi, depressione e abuso di sostanze. La percentuale di veterani che riceve servizi di salute mentale è salita al 31% nel 2022 dal 20% nel 2007, secondo il Dipartimento. Il suicidio tra i veterani è il doppio del tasso degli americani in generale.