A Milano il prezzo del biglietto dei mezzi pubblici non aumenterà, almeno per ora. È questa la decisione presa durante la riunione dell’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale del bacino che comprende la Città metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. Una scelta politica e sociale ben precisa, con cui Palazzo Marino ha deciso di farsi carico interamente dei costi aggiuntivi, evitando di scaricare l’ennesimo rincaro sulle spalle dei cittadini già provati dall’inflazione.
Milano ferma il rincaro dei biglietti
Il Comune, si legge nella nota diffusa dopo l’incontro, coprirà la spesa con fondi di parte corrente del proprio bilancio, garantendo così che biglietti e abbonamenti restino invariati. Un impegno economico non indifferente, che arriva in un momento in cui i conti pubblici delle amministrazioni locali sono messi a dura prova. “Non si può far gravare sugli utenti del trasporto pubblico un aumento che rischierebbe di pesare ulteriormente sulle tasche di cittadini e cittadine a cui l’inflazione ha già eroso potere d’acquisto”, ha spiegato l’assessora alla Mobilità, Arianna Censi.
“Questa scelta, però, non è indolore - ha aggiunto - e si somma al grande sforzo che compiamo ogni anno per coprire il costo effettivo del servizio”. Censi ha ricordato che il sistema del trasporto pubblico milanese vive da tempo su un equilibrio fragile: i biglietti e gli abbonamenti coprono appena un terzo della spesa complessiva, mentre il resto è finanziato in parte da fondi statali - “praticamente fermi da anni”, sottolinea - e per oltre un terzo dallo stesso Comune di Milano.
In sostanza, una quota importante del costo dei mezzi pubblici viene sostenuta direttamente dall’amministrazione cittadina. Un impegno che, questa volta, si è trasformato in una vera e propria presa di posizione politica. “Ringrazio i sindaci e i rappresentanti presenti all’assemblea per la qualità del dibattito”, ha detto ancora l’assessora.
“Mi rammarico solo dell’assenza di Regione Lombardia, anche se la loro scelta era ovvia, visto che hanno già aumentato il biglietto dal settembre scorso”. Parole che suonano come una frecciata all’indirizzo del Pirellone, accusato da Censi di essersi sfilato da una discussione cruciale per i cittadini. “Una decisione che oltre al danno sa di beffa”, ha affermato, spiegando che proprio per mantenere invariato il prezzo dei biglietti, Milano dovrà anche compensare Trenord per la sua quota all’interno dello STIBM, il Sistema Tariffario Integrato dei mezzi pubblici.
In pratica, il Comune pagherà di tasca propria anche la parte che spetterebbe alla Regione, pur di evitare che il biglietto aumenti. Un gesto che racconta molto della filosofia che guida oggi la mobilità milanese: da un lato la convinzione che il trasporto pubblico sia un diritto e non un lusso, dall’altro la consapevolezza che il suo mantenimento richiede sacrifici economici sempre più pesanti.