La differenza, lo dice anche il proverbio, tra amici e parenti è che i secondi non te li puoi scegliere. Quindi, con il presupposto che si concede fiducia solo a persone che la meritano, mentre lo stesso non si può fare anche con coloro con i quali si hanno legami di sangue, più o meno diretti.
Il rapporto controverso tra Giorgia Meloni e l'informazione (quella non amica)
Fatta questa premessa, non ci sorprende affatto che Giorgia Meloni, presidente del consiglio e capo di Fratelli d'Italia, azionista di riferimento del governo, quando deve fare un'intervista - che magari arriva quando serve, se c'è magari da rintuzzare le accuse dell'opposizione - sceglie di rilasciarla appunto a qualche giornalista ''amico'', che, per convinzione, militanza o semplice adeguamento all'andazzo pressoché generalizzato, le fa delle domande che non sono proprio di quelle che mettono in difficoltà. Anzi, proprio l'esatto contrario perché sono come un passaggio smarcante che mette l'attaccante con la palla al piede davanti alla porta vuota.
Giorgia Meloni, quindi, approfitta del suo ruolo e del suo prestigio per farsi intervistare da chi le rende la vita facile e quindi, lo diciamo come fosse un assunto, non la incalza su argomenti spinosi.
Non che la presidente del consiglio, per come ripetutamente dimostrato nel corso dell'ormai lunga carriera politica, non sappia rispondere a tono, ma certo, se le si evita di doversi districare davanti a contestazioni o appunti, è certamente meglio, almeno per risparmiare energie.
Ma siamo sicuri che questo sia il giusto rapporto del capo politico del Paese (di un qualsiasi Paese democratico) e l'informazione?
Siamo sicuri che, alla fine, evitare interviste che potrebbero creare difficoltà o essere proprie e vere imboscate non sia visto come una fuga dal confronto con chi, magari, non la pensa come lei?
Forse a qualcuno - o magari a più d'uno - piacerebbe sapere come la pensa Giorgia Meloni anche su temi che le sono sgraditi; forse a qualcuno interesserebbe capire come mai sia possibile che ogni domanda che le viene posta sia un assist per fare dire quanto bravo sia il governo.
È, quindi, un rapporto sbilanciato tra la comunicazione del presidente del consiglio e il popolo amministrato, nel senso che il quadro che, durante una intervista, Meloni fa del suo lavoro è celebrativo, ma soprattutto senza che abbia il necessario contraddittorio. Magari con qualcuno che non necessariamente l'attacchi, ma si limiti soltanto a chiederle se le cose che asserisce siano tutte confermate dai fatti.
È un discorso che porta lontano, al rapporto tra potere e informazione che in Italia ha sempre camminato sul filo dell'ambiguità, quando addirittura della acquiescenza che può anche diventare complicità o, peggio, interesse.