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Da Meloni un attacco frontale alla magistratura: un disegno politico su alcune decisioni

Redazione
 
Da Meloni un attacco frontale alla magistratura: un disegno politico su alcune decisioni

''Un disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura".
E' durissimo e frontale l'attacco che Giorgia Meloni - intervistata dal TG5 - ha sferrato contro la magistratura, con cui il governo sta alzando i toni, su temi diversi, anche se quello che sta particolarmente a cuore alla premier è l'azione di contrasto all'immigrazione illegale.

Da Meloni un attacco frontale alla magistratura: un disegno politico su alcune decisioni

Le determinazioni dei giudici, in questa materia, al presidente del consiglio proprio non vanno giù.
E' come se ''in qualche maniera si volesse frenare la nostra opera di contrasto all'immigrazione illegale", ricordando che "i flussi di immigrati illegali in Italia sono diminuiti del 60% e lavoriamo per fare ancora meglio". Numeri che forse l'opposizione non ritiene reali.

Altro punto caldo del confronto tra esecutivo e magistrati è stato, è, e rischia di essere anche per l'immediato futuro, la gestione della vicenda Almasri, sulla quale Giorgia Meloni (che si è detta meravigliata quando ha appreso che due ministri - Piantedosi e Nordio - e un sottosegretario - Mantovano - erano stati ''proposti'' per un rinvio a giudizio e lei, invece, no) ha voluto rimarcare: ''Ho detto quello che penso. Considero surreale la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio, Piantedosi e del sottosegretario Mantovano che hanno agito nel rispetto della legge per tutelare la sicurezza degli italiani. I miei ministri non governano a mia insaputa, io non sono Alice nel Paese delle Meraviglie, sono il capo del governo e non sono neanche, diciamocelo, un Conte qualsiasi che faceva finta di non sapere che cosa facesse il suo ministro degli Interni".

In attesa della replica di Giuseppe Conte, merita d'essere ricordata un'altra considerazione della premier: "Ovviamente a me non sfugge che la riforma della giustizia procede a passi spediti e ho messo in conto eventuali conseguenze".
Qui, prima di andare avanti nel resocontare il resto dell'intervista al TG5, occorre fare qualche considerazione.

Se il fine del presidente del consiglio era quello di precisare la sua posizione, il ragionamento, i distinguo e le precisazioni ci stanno tutti. Ma certo, da quel che si capisce, Giorgia Meloni ha deciso di elevare il livello del confronto con la magistratura, perché affermare che, dietro le decisioni contrarie alle decisioni del governo, c'è un ''disegno politico'', di fatto, essendo impossibile che il disegno di cui sopra possa essere portato avanti da una-due fors'anche tre persone, ipotizza che si sia determinata una ampia rete di giudici che abbiamo deciso di delegittimare l'esecutivo a colpi di sentenze e ordinanze.

Una ipotesi che potrebbe essere anche fondata, ma che presupporrebbe che tutta la magistratura sia legata da un medesimo obiettivo - indebolire il governo per favorirne la caduta o almeno per ostacolarlo - e che, quindi, ''penda'' sul versante dell'opposizione e che, di contro, non ci siano giudici vicini, ideologicamente, al centro-destra senza per questo trasfondere il loro pensiero politico in atti concreti. Cosa che, statisticamente (ma anche nella realtà) è impossibile.

Quando si parla di disegno politico (e Giorgia Meloni non lo fa mai soppesando le parole) di fatto si apre un fronte di contrasto, a volerci andare leggeri. E le parole del presidente del consiglio difficilmente passeranno sotto silenzio, anche perché, dicendo d'avere messo in conto reazioni dei magistrati alla riforma della Giustizia, lascia sospesa nell'aere l'idea che i giudici stiano attuando una rappresaglia, con tutte le considerazioni che questa ipotesi lascia aperte.

Meloni ha anche parlato di dazi (''L'Italia tutelerà i suoi interessi nazionali", anche se "la competenza è della Commissione europea che adesso sta trattando eventuali prodotti che potrebbero rientrare nelle esenzioni rispetto alle tariffe''), di economia (''E' sicuramente un contesto internazionale molto complesso, ma penso anche che l'Italia abbia le carte in regola per affrontare questa stagione. Noi abbiamo oggi un governo stabile, un sistema produttivo estremamente solido. Abbiamo una strategia che abbiamo messo in campo, i nostri fondamentali dell'economia sono migliori di quelli di molte altre grandi nazioni europee''); Roma Capitale e Ponte sullo Stretto (''Altri parlavano; noi facciamo''); Regionali (''Troveremo la quadra. L'abbiamo sempre fatto. La differenza fondamentale tra noi e altri è che noi stiamo insieme per scelta, non stiamo insieme per costrizione o per necessità").

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