Economia
Mediobanca cambia pelle. Alla vigilia dell’assemblea spunta una lista da 11 nomi fra continuità e innovazione
Redazione

Si chiude a notte fonda la partita del rinnovo del consiglio di amministrazione di Mediobanca, ormai in procinto di diventare a tutti gli effetti una “banca senese”. È nella sala del cda di Piazzetta Cuccia che il board presieduto da Nicola Maione, sotto la guida operativa del ceo Luigi Lovaglio (in foto), ha definito la rosa definitiva dei candidati da proporre all’assemblea del 28 ottobre. Da una prima scrematura emersa in ambienti vicini a Mps, la lista sarà composta da undici nomi, sei uomini e cinque donne, figure sia di spessore istituzionale sia di provenienza manageriale. I vertici, proposte già praticamente decise, confermerebbero Vittorio Grilli come presidente e Alessandro Melzi d’Eril come amministratore delegato.
Mediobanca cambia pelle. Alla vigilia dell’assemblea spunta una lista da 11 nomi fra continuità e innovazione
Sul versante dei rating, intanto, è arrivata la notizia dell’upgrade da parte dell’agenzia Morningstar DBRS per Banca Monte dei Paschi di Siena: il rating a lungo termine è stato promosso da “BBB (low)” a “BBB”, quello a breve da “R-2 (middle)” a “R-2 (high)”. Anche il rating delle obbligazioni subordinate è passato da “BB” a “BB (high)”. Tuttavia per Mediobanca, Fitch conferma il rating “BBB” a lungo termine con outlook negativo, mentre S&P lo ha collocato su CreditWatch negativo, citando le incertezze legate all’integrazione con Mps.
La rosa uscita dal cda è frutto delle trattative serrate condotte dai soci di riferimento Delfin e Caltagirone, mediati dal presidente Maione e dal management guidato da Lovaglio. I due principali investitori istituzionali, il Tesoro e il gruppo Banco Bpm, avrebbero preferito restare ai margini delle scelte del board, evitando frizioni politiche o posizionamenti dirigenziali diretti. In questa partita, sembra prevalere l’ipotesi di un equilibrio fra figure riconducibili al mondo del credito tradizionale e manager provenienti da settori diversificati.
Nel ‘ticket’ di vertice, dunque, stando alle indiscrezioni prevalenti, è molto probabile che Vittorio Grilli assuma la presidenza e Alessandro Melzi d’Eril la guida esecutiva. Grilli, ex ministro dell’Economia e da anni advisor della holding Delfin sul dossier Mediobanca, gode di un profilo istituzionale solido. Melzi d’Eril, che è alla guida di Anima Holding, emerge come un outsider del mondo bancario tradizionale, con una maggiore propensione alla gestione dei patrimoni e all’evoluzione del wealth management.
Fra i nomi che dovrebbero comparire nella lista ci sono profili di eccellenza: l’ex vice direttrice generale della Consob Tiziana Togna, indicata anche quale candidata vicina a Caltagirone; Federica Minozzi (Iris Ceramica), unica imprenditrice della lista, legata al gruppo omonimo di ceramiche e già azionista storico di Mediobanca; Ines Gandini, commercialista con esperienza nei temi della cybersecurity, membro dei collegi sindacali di Acea e Snam; Paolo Gallo, ceo di Italgas, considerato capace di rafforzare la presenza industriale nei servizi strategici; e Andrea Zappia, oggi vice presidente esecutivo e ad di New Markets & Business di Sky, già consigliere di EssilorLuxottica, portatore di un’impronta innovativa. Altri profili inseriti sono Massimo Lapucci, docente e consulente Esg, e Sandro Panizza, unico consigliere dell’attuale cda a non essersi dimesso, confermato per garantire continuità e conoscenza interna. Due posti dovrebbero essere occupati da manager provenienti da Mps, scelti anche per rispettare le quote di genere e per accompagnare l’integrazione operativa con Milano.
La lista sarà formalmente depositata, secondo scadenze regolamentari, entro oggi, ultimo giorno utile per la presentazione della proposta. Dopo l’assemblea del 28 ottobre, il nuovo board entrerà in carica dal 29 ottobre, a cui seguirà l’avvio dei “cantieri” interni di integrazione. L’operativo sarà affidato a Lovaglio, che avvierà subito il confronto con i team di Siena e Milano per delineare le traiettorie di business condivise.
I temi sul tavolo sono molteplici, nello specifico: integrazione industriale, armonizzazione dei modelli operativi, gestione del rischio, rilancio del wealth management, e rafforzamento della presenza nei servizi energetici e infrastrutturali. Nel corso della preparazione dell’assemblea il ceo Lovaglio ha ribadito in un podcast Bloomberg che l’acquisizione di Mediobanca da parte di Mps rappresenta «l’inizio di una nuova fase» nel panorama bancario italiano ed europeo, un «passo fondamentale per la prossima fase di crescita» di un settore che richiede dimensioni adeguate per restare competitivo.
Mps e Mediobanca dovranno dimostrare che la composizione del cda, nel segno di diverse competenze e competenze di governance, sarà in grado di tradurre la transizione in un valore reale per gli azionisti e per il sistema finanziario italiano.