Oggi dall'Arabia Saudita potrebbe arrivare una dura risposta al piano di Donald Trump che vuole mandare via gli abitanti della Striscia di Gaza per fare, della zona, una località turistica, dopo che essa sia passata sotto il controllo americano.
Medio Oriente: i leader arabi a conclave per una dura risposta al piano di Trump sul futuro di Gaza dei gazawi
I leader arabi si incontrano oggi per la prima volta per formulare una risposta unitaria al piano che, singolarmente, hanno tutti respinto.
Al vertici partecipato Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar e altre nazioni arabe del Golfo, e sarà in preparazione a quello, con un formato più ampio, già fissato per il 4 marzo. Ma, secondo le ultime notizie, nin è prevista la presenza dell'Autorità nazionale palestinese.
All'incontro odierno partecipano sia Paesi che oggi ospitano la diaspora palestinesi, che quelli destinati a finanziare la ricostruzione della Striscia, sempre che in essa risiedono i gazawi.
In campo arabo, ufficialmente compatto contro il piano Trump, si sono manifestate diversità di vedute.
In un articolo pubblicato sul settimanale egiziano Al Ahram Weekly, vicino al governo, si afferma che il Cairo sta proponendo un piano decennale-ventennale per ricostruire Gaza con finanziamenti dei Paesi arabi del Golfo, escludendo Hamas dal governo dell'enclave e consentendo ai suoi 2,1 milioni di residenti palestinesi di rimanere.
Al Ahram, citando fonti egiziane, ha affermato che il piano deve ancora ottenere il pieno supporto delle nazioni arabe, che non sono d'accordo su come dovrebbe essere governata Gaza.
Il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly ha affermato mercoledì che il suo Paese potrebbe ricostruire completamente Gaza in tre anni, in uno stato "migliore di prima", senza dire come intende raggiungere questo obiettivo. Se si raggiungesse un cessate il fuoco permanente a Gaza nei prossimi mesi, ciò significherebbe che la visione potrebbe essere completata prima della fine del mandato presidenziale di Trump.
La maggior parte delle valutazioni suggerisce che una ricostruzione completa dell'enclave richiederebbe molto più tempo.
La Banca Mondiale, l'Unione Europea e le Nazioni Unite hanno affermato in una dichiarazione congiunta, ufficializzata martedì, che, secondo le loro stime, il ripristino dei soli servizi essenziali, tra cui sanità, istruzione e sgombero delle macerie, richiederebbe tre anni. La ricostruzione completa dell'enclave devastata richiederebbe 10 anni e costerebbe più di 50 miliardi di dollari, con una stima di 15 miliardi di dollari per le sole abitazioni. Il primo ministro egiziano ha affermato che il piano del suo Paese tiene conto di queste valutazioni.
Nel frattempo, il governo egiziano e gli sviluppatori immobiliari del Paese hanno puntato a un ruolo nel processo di ricostruzione, che potrebbe concretizzarsi con contratti del valore di miliardi di dollari.
territorio in guerra. si una conferenza internazionale dei donatori per Gaza ad aprile.
Ma qualsiasi piano fallire se Israele, che controllava il confine di Gaza molto prima dell'attacco di Hamas dell'ottobre 2023, si rifiutasse di collaborare. Finora, ha sostenuto il piano di Trump di spopolare Gaza e il suo ministero della Difesa questa settimana ha annunciato i piani per lanciare un "Direttorato per la partenza volontaria dei residenti di Gaza" per facilitare, dice, i gazawi che desiderano emigrare.
L'Autorità Nazionale Palestinese con sede in Cisgiordania ha dichiarato giovedì di essere pronta a governare Gaza dopo la guerra, cosa che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ripetutamente respinto.