Con una decisione presa all'unanimità, il governo israeliano ha licenziato Ronen Bar, il capo dello Shin Bet, l'intelligence che si occupa della sicurezza interna del Paese.
La data di uscita di Bar dal servizio è stata già fissata al 10 aprile, ma potrebbe essere anticipata se il governo - come tutto lascia pensare - abbia già chiaro chi sarà il sostituto, come soluzione definitiva e, quindi, non un traghettatore.
Medio Oriente: Netanyahu decapita lo Shin Bet, via Ronen Bar
È la prima volta nella storia di Israele che un governo destituisce il leader dello Shin Bet. La riunione per approvare il licenziamento è durata quasi tre ore e mezza, senza che Bar fosse presente. Sapendo che sarebbe stato licenziato, ha inviato una lettera ai ministri del governo israeliano, avvertendoli che la sua partenza era "totalmente macchiata da conflitti di interesse" e costituiva un tentativo "fondamentalmente invalido" di indebolire lo Shin Bet.
Il procuratore generale israeliano Gali Baharav-Miara, presente all'incontro, ha espresso la sua opposizione al provvedimento. L'ormai ex capo dei servizi segreti israeliani collega il suo licenziamento alle indagini dello Shin Bet sui legami dell'ufficio di Netanyahu con il Qatar. "Puzza di interessi stranieri e di un conflitto di interessi senza precedenti", ha aggiunto Bar nella lettera riprodotta dai media israeliani.
Nella lettera, Bar critica Netanyahu perché, a suo dire, il primo ministro non ha giustificato le ragioni del suo licenziamento. "Nonostante la mia richiesta, non sono stati forniti esempi concreti", afferma.
Nel frattempo, Netanyahu ha dichiarato, secondo quanto riportato dal suo ufficio, di avere deciso di rimuovere Bar perché lo considera "debole" nella posizione e che "non è la persona giusta per riabilitare l'organizzazione'', riferendosi allo Shin Bet.
"Ho gestito i negoziati diplomatici per molti anni. Il loro approccio è stato morbido e non abbastanza aggressivo", ha detto Netanyahu in dichiarazioni riportate dai media locali come The Times of Israel.
Le ore che hanno preceduto il licenziamento di Bar sono state caratterizzate dalle proteste di migliaia di israeliani, scesi in piazza a Gerusalemme e Tel Aviv contro il provvedimento deciso proprio mentre il governo israeliano sta indagando sullo scandalo "Qatargate", i presunti pagamenti agli ex consiglieri di Netanyahu per creare una campagna favorevole alla nazione del Golfo.
Anni prima, lo Shin Bet aveva indagato su come il Qatar avesse finanziato per anni il gruppo islamista Hamas, senza che Israele glielo impedisse. Nelle strade di Gerusalemme, i manifestanti hanno ripetuto con veemenza che "Netanyahu è un pericolo per la democrazia". Anche l'Hostages' Families Forum e gruppi pacifisti che chiedono la fine della guerra a Gaza si sono uniti alle proteste dopo che martedì il governo israeliano ha ordinato la ripresa dell'offensiva contro l'enclave palestinese, dove 59 ostaggi restano nelle mani di Hamas.