Hamas ha annunciato di aver eseguito diverse condanne a morte contro presunti saccheggiatori, accusati non solo di furti ma anche, in alcuni casi, di collaborazionismo con Israele. La notizia, riportata da Reuters sulla base di fonti vicine al movimento islamista, getta ulteriore luce sull’anarchia crescente che si respira nell’enclave assediata.
Medio Oriente: Hamas giustizia a Gaza presunti saccheggiatori e collaborazionisti con Israele
La repressione è arrivata in risposta a una serie di attacchi compiuti da bande armate contro magazzini di aiuti e mense comunitarie. Il Ministero dell’Interno, controllato da Hamas, ha dichiarato che uno dei suoi agenti è rimasto ucciso e altri sono stati feriti durante un’operazione condotta a Gaza City per intercettare i criminali.
L’unità è stata colpita da un missile israeliano lanciato da un drone, secondo quanto riferito dallo stesso ministero. ''Colpiremo con il pugno di ferro tutti questi rinnegati e prenderemo le misure necessarie per scoraggiarli, a qualunque costo. Non permetteremo loro di continuare a terrorizzare i cittadini, minacciare le loro vite e rubare le loro proprietà'', ha dichiarato il ministero in un comunicato ufficiale diffuso sabato.
Ismail Al-Thawabta, direttore dell’ufficio stampa del governo di Gaza guidato da Hamas, ha affermato che i responsabili dei saccheggi appartenevano in parte a clan locali, in parte a gruppi organizzati, alcuni dei quali – secondo le sue parole – avrebbero ricevuto "supporto diretto da Israele".
Al-Thawabta ha inoltre riferito che contro alcuni dei presunti responsabili sarebbero già state eseguite "sentenze rivoluzionarie" per "crimini gravi", lasciando intendere esecuzioni sommarie senza processo.
Nel frattempo, secondo testimonianze raccolte dalla stampa locale e da alcuni cittadini, Hamas avrebbe imposto un coprifuoco a partire dalle 21:00, limitando gli spostamenti dei civili per agevolare la caccia ai membri delle bande. Una misura drastica che, secondo le autorità, serve a frenare l’ondata di violenza interna.
Le Nazioni Unite hanno più volte lanciato l’allarme sulla gravissima crisi umanitaria in atto a Gaza. Da settimane, l’ingresso degli aiuti è bloccato o fortemente limitato a causa delle restrizioni imposte da Israele, che accusa Hamas di intercettare e dirottare i rifornimenti destinati ai civili per alimentare la propria macchina militare. Hamas, da parte sua, smentisce categoricamente queste accuse.
Il senso di esasperazione è palpabile in tutta l’enclave, dove Hamas si trova ad affrontare una crescente rabbia popolare. Le manifestazioni spontanee, seppur isolate e represse con durezza, testimoniano il malcontento di una popolazione intrappolata tra la morsa militare israeliana e il controllo interno sempre più autoritario del movimento islamista. Secondo l’agenzia di stampa SAFA, vicina a Hamas, il Ministero dell’Interno avrebbe istituito una nuova forza speciale di 5.000 uomini incaricata di contrastare saccheggi e violenze urbane.
Tuttavia, le operazioni di sicurezza sarebbero rese difficili dai frequenti raid israeliani, che prendono di mira sia militanti armati, che potenziali obiettivi strategici all’interno delle aree urbane. Intanto, proseguono i bombardamenti israeliani. Secondo quanto riferito dal Ministero della Salute di Gaza, almeno 40 persone sono rimaste uccise nelle ultime 24 ore. Dall’inizio della controffensiva israeliana, lanciata dopo il brutale attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas – in cui morirono circa 1.200 israeliani e 251 furono presi in ostaggio – oltre 52.500 palestinesi hanno perso la vita.