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Maturità, ok alla riforma: due scritti e orale rinnovato

Redazione
 
Maturità, ok alla riforma: due scritti e orale rinnovato

Con il via libera definitivo della Camera dei Deputati, la riforma della Maturità è ufficialmente legge. Un provvedimento che, secondo il Ministero dell’Istruzione e del Merito, non si limita a riscrivere le regole dell’esame più temuto dagli studenti italiani, ma punta a modernizzare l’intero sistema scolastico.

 

Maturità, ok alla riforma: due scritti e orale rinnovato

 

La legge, già approvata dal Senato con 138 voti favorevoli, 91 contrari e 9 astenuti, introduce novità che toccano la struttura dell’Esame, la formazione tecnica e professionale, la sicurezza nelle scuole e persino la retribuzione dei docenti. “Il provvedimento introduce misure strutturali anche per il canale della formazione 4+2, per la sicurezza degli edifici scolastici, per la valorizzazione dei docenti, confermando una visione di scuola più moderna e centrata sulla crescita degli studenti”, ha spiegato il Ministero in una nota.

 

Soddisfatto il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, che ha commentato:  “Con questa riforma ridiamo senso alla Maturità restituendo valore a un passaggio decisivo del percorso formativo delle studentesse e degli studenti, riaffermando i principi del merito, dell’impegno e della responsabilità individuale”.

 

La prima rivoluzione è nel nome: addio all’“Esame di Stato”, si torna a chiamarla semplicemente “Maturità”, come un tempo. Ma la nostalgia finisce qui, perché il nuovo impianto è tutt’altro che tradizionale. Le due prove scritte restano, mentre il colloquio orale diventa il cuore pulsante dell’Esame. Sarà incentrato su quattro discipline scelte ogni anno con decreto ministeriale e comprenderà anche un’analisi delle competenze acquisite in educazione civica e nelle esperienze scuola-lavoro. Basta silenzi: dal prossimo anno, chi sceglierà di non rispondere alle domande verrà bocciato.

La valutazione finale, inoltre, terrà conto dell’impegno del candidato in attività extrascolastiche ritenute particolarmente meritorie. Cambiano anche i commissari d’esame, che passano da sette a cinque e riceveranno una formazione specifica. Rivoluzione anche per il voto in condotta: un 5 varrà la bocciatura automatica, mentre con un 6 lo studente dovrà svolgere una “prova di cittadinanza attiva”.

Il punteggio massimo all’Esame sarà riservato a chi avrà ottenuto almeno 9 in condotta. La riforma, inoltre, alleggerisce la vita degli studenti che decidono di cambiare indirizzo nei primi due anni delle superiori, eliminando l’obbligo di sostenere un esame integrativo. Un altro fronte su cui il decreto interviene con decisione è quello dell’alternanza scuola-lavoro, che cambia nome e filosofia: non si chiamerà più “Ptco” ma “formazione scuola-lavoro”. Le convenzioni tra scuole e imprese non potranno più prevedere attività a rischio per gli studenti, mentre l’Inail promuoverà campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza.

La copertura assicurativa verrà estesa anche agli incidenti avvenuti durante il tragitto tra casa e luogo di formazione. “Con questi interventi diamo un segnale concreto di attenzione verso i nostri studenti e verso chi ogni giorno vive la scuola”, ha dichiarato Valditara, sottolineando che “la formazione scuola-lavoro deve rappresentare un’occasione di crescita, non di rischio: i giovani devono poter affrontare queste esperienze in piena sicurezza”. Il ministro ha inoltre ricordato l’impegno del governo nel sostenere le scuole delle isole minori, “riconoscendo il valore di chi insegna e lavora in territori che costituiscono un patrimonio unico per il Paese”. Ma la riforma guarda anche oltre la Maturità.

Il passaggio più significativo riguarda la trasformazione della filiera tecnologico-professionale “4+2”, che da sperimentale diventa parte integrante del sistema educativo. “Questa legge non si limita a rinnovare l’Esame, ma guarda all’intero sistema educativo, con il passaggio della filiera tecnologico-professionale del 4+2 da sperimentale a ordinamentale. Ogni giovane potrà contare su un’istruzione tecnica e professionale di 4 anni con programmi fortemente innovativi e un rapporto più stretto con il mondo delle imprese e del lavoro”, ha sottolineato il Ministero.

Oltre alle novità strutturali, il provvedimento porta anche nuove risorse: 240 milioni di euro per il rinnovo del contratto della scuola, fondi aggiuntivi per le scuole di Agenda Sud, un potenziamento della sicurezza degli edifici e regole più severe per i viaggi d’istruzione. “È un ulteriore passo avanti verso una scuola che mette al centro la persona dello studente e ne accompagna la crescita con serietà e competenza”, ha concluso Valditara.

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