Attualità

Zeus, Mattarella e Musk: la surreale parabola della GPA

Benedetta Lagatta
 

Chi l'avrebbe mai detto che il padre di tutti gli dei, colui che governa tuoni e fulmini, avrebbe un giorno dovuto affrontare un processo per maternità surrogata? Tuttavia, è proprio questo lo scenario surreale che si presenterebbe ai nostri occhi se Zeus vivesse oggi in Italia. Basti pensare alla nascita di Dioniso, portato a termine nella coscia del padre, o a quella di Atena, partorita direttamente dalla testa dello stesso Zeus dopo aver ingoiato la madre. Una creatività riproduttiva, che oggi farebbe inorridire più di un legislatore nostrano. Ma per fortuna nell’antica mitologia greca non esisteva la ministra Roccella, che sicuramente avrebbe cercato di fermare questa follia divina accusando il re dell’Olimpo d’oltraggio alla morale e chiedendo al povero Asclepio, dio della medicina, perché non avesse denunciato l’accaduto. Eppure, guardando ai fatti di casa nostra, ci troviamo davanti a un panorama altrettanto surreale.

È di pochi giorni fa la firma del Presidente Mattarella sulla legge che trasforma la gestazione per altri (GPA) in un reato universale. Una firma che è arrivata al fotofinish, ovvero nell’ultimo giorno utile, sollevando molti interrogativi. Perché, guarda caso, Mattarella stesso, parlando agli studenti qualche giorno prima, aveva detto: «Più volte mi è avvenuto di promulgare una legge che ritengo sbagliata, anche inopportuna, ma approvata dal Parlamento, e io ho il dovere di farlo». Se tanto mi dà tanto, non siamo così lontani dalla realtà se pensiamo che si riferisse, tra le altre, proprio a questa. Ma veniamo ai fatti. Stando alla legge, a partire da oggi la gestazione per altri, peraltro  già vietata in Italia da vent’anni, è perseguibile anche nei confronti di chi la pratichi anche all’estero. Non solo: è reato universale! Al pari del genocidio, della tortura, della pedofilia, della schiavitù e di tante altre pratiche orribili. Tutto questo, però, vale per i comuni mortali. Perché se sei ricco, potente e ben connesso come, che ne so… l’amico di Giorgia Meloni Elon Musk, nessuno sembra aver da ridire sul tuo ricorso alla maternità surrogata. Musk, che ha avuto figli tramite GPA, non è stato bersagliato né da accuse né da indignazione pubblica. Un trattamento ben diverso da quello riservato alle coppie comuni (eterosessuali o gay pari sono), che ora rischiano multe milionarie e carcere. La morale è chiara: l’utero in affitto è un peccato, ma solo per chi non può permettersi di pagare il silenzio.

La questione, per quanto mi riguarda, è facile facile: ognuno è libero di fare le proprie scelte nel rispetto della libertà altrui, e purché non danneggino gli altri. Una libertà che dovrebbe essere rispettata sempre, anche quando non rispecchia le nostre opinioni o preferenze personali. Per me, ad esempio, l’idea di ricorrere alla GPA è fuori discussione. Non metterei mai il mio corpo (e il mio portafoglio) alla mercè di tutti per lo “sfizio” di avere un figlio a tutti i costi. E non lo farei per un motivo che considero coerente con il mio modo di vivere e di vedere il mondo: non ho mai comprato un cane, figuriamoci un figlio. Preferirei adottare, se proprio sentissi l’irrefrenabile desiderio, che non ho e vivo benissimo così, di diventare madre. Ma qui inizia un’altra storia, quella di un sistema italiano che rende l’adozione un percorso a ostacoli. Tra un po’ è più facile fare una gita su Marte (se ti chiami Musk sicuro), che ottenere l’idoneità per adottare un bambino.

E allora mi chiedo: perché giudicare chi, trovandosi in una situazione di difficoltà, sceglie di percorrere una strada legale e regolamentata all’estero per avere un figlio? In un Paese dove l’adozione è un percorso quasi impossibile, la GPA diventa spesso una scelta obbligata per chi desidera un figlio. Ok: avere un figlio non è un diritto. Ma desiderarlo sì. Soprattutto se adottare un bambino significa, come in Italia, affrontare anni di burocrazia, verifiche e costi con criteri così restrittivi da escludere chiunque non abbia un conto in banca a cinque zeri o una carta d’identità che non superi un certo numero di candeline. Complicazioni tanto più assurde se pensiamo che esistono migliaia di bambini senza famiglia.

La legge che introduce il reato universale è un esempio lampante di come la morale possa trasformarsi in uno strumento di controllo, più che di tutela. E se la libertà personale diventa un crimine, ci troviamo di fronte a un problema serio. Perché mi rifiuto categoricamente di pensare alle coppie colpite da questa legge come dei criminali al pari di chi tortura, stupra e uccide. E no: non credo nemmeno allo sfruttamento delle povere criste, tanto sbandierato dai vari fratellini d’Italia, perché molte donne con questa cosa qua ci tirano su famiglia. E quasi sempre, prestare l’utero è una loro liberissima scelta. Lungi da me esser d’accordo con chi, in un senso e nell’altro, percorre questa strada. Ma libertà di scegliere come vivere la propria vita dovrebbe essere sacra, quanto l’Olimpo stesso.

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