Economia
Lovaglio: “MPS e Mediobanca, un progetto industriale al servizio del Paese”
Redazione
Il futuro del sistema bancario italiano passa per Siena e Milano. Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena, lo ha ribadito con chiarezza durante l’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario: “L’operazione con Mediobanca è un progetto industriale, non una manovra finanziaria. È al servizio del Paese e nasce per rafforzare le imprese, le famiglie e la tutela del risparmio”.
Lovaglio: “MPS e Mediobanca, un progetto industriale al servizio del Paese”
Un progetto che Lovaglio rivendica come “un’idea mia”, maturata già nel dicembre 2022 e condivisa con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, poi accelerata dal movimento del risiko bancario con le operazioni Unicredit-Bpm e Bper-Sondrio. “Si tratta di un’operazione di mercato, pienamente trasparente, che ha un obiettivo chiaro: servire meglio l’economia reale”, ha spiegato il manager, ricordando che la fusione non si fonda su tagli di filiali o riduzioni di personale, ma su “crescita dei ricavi, sinergie industriali e creazione di valore per tutti gli stakeholder”.
Lovaglio (in foto) ha sottolineato che MPS “è completamente focalizzata su Mediobanca” e che “la velocità di esecuzione è fondamentale”. Nessuna distrazione, dunque, su altri fronti, a partire da Banco Bpm, che il numero uno di Rocca Salimbeni definisce “un’ottima banca con cui collaboriamo attraverso Anima”, ma con cui non sono in corso trattative.
Quanto alla partecipazione in Generali, di cui MPS detiene il 13,1%, Lovaglio ha precisato che si tratta di “un asset importante, una fonte di reddito non correlata al business bancario, utile per diversificare e offrire opzionalità sul fronte della bancassurance”. Tuttavia, ha aggiunto, “come ogni investimento in cui la banca impiega capitale, deve garantire una redditività positiva. La gestione, ha chiarito, “avverrà in un’ottica esclusivamente industriale e di creazione di valore per tutti gli azionisti”.
Lovaglio ha definito l’alleanza MPS-Mediobanca “un’operazione di mercato al servizio del Paese”, un’integrazione tra due marchi forti e complementari: “Le due società vantano un patrimonio straordinario di professionalità, una storia prestigiosa e un posizionamento unico, che intendiamo valorizzare per generare ulteriore ricchezza industriale e sociale”.
Sul fronte azionario, il manager si è detto sereno in merito all’inchiesta della Procura sul collocamento delle azioni: “Non siamo coinvolti e guardiamo avanti con fiducia”. Ha poi elogiato il ruolo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ancora azionista con il 4,8%, per “una privatizzazione gestita e portata a termine in maniera eccellente”. In tre anni, ha ricordato, “la capitalizzazione di MPS è passata da 1,9 a oltre 22 miliardi di euro, quintuplicando il valore per gli azionisti”.
Lovaglio ha ribadito, dunque, che Monte dei Paschi vuole essere “protagonista del processo di consolidamento in corso nel settore bancario, non spettatore”. La partnership con Mediobanca, ha detto, “rappresenta un progetto innovativo, fondato sulla complementarità e sulla crescita, che unisce due istituzioni simbolo della finanza italiana in un disegno di sviluppo condiviso e sostenibile”.