L’Italia si conferma il Paese europeo più legato alla televisione come mezzo principale di informazione. Secondo i dati del rapporto European Media Industry Outlook 2025 della Commissione europea, elaborati da Connact, il 67,4% degli italiani si informa attraverso il piccolo schermo, a fronte di una media UE del 52,9%.
Italiani fedeli alla tv per informarsi, ma cresce il digitale, la fotografia dell’industria dei media in Europa
A sorpresa, però, il nostro Paese supera di poco la media europea nella fruizione delle notizie online: il 39% degli italiani legge giornali digitali, contro il 35% dei cittadini europei. Più tradizionale invece la quota di chi sceglie ancora la carta stampata: il 18,3% nel Belpaese, in linea con l’UE, con eccezioni come Germania, Austria, Lussemburgo ed Estonia, dove i lettori cartacei superano il 30%. I social media sono una fonte di informazione per il 22% degli italiani, un dato che rispecchia la media europea.
Il quadro europeo conferma la centralità della tv. Secondo un sondaggio Eurobarometro incluso nel report, il 71% dei cittadini dell’Unione ha indicato la televisione come principale media usato negli ultimi sette giorni, davanti alle piattaforme online (42%), alla radio (37%) e ai social network (37%). Tuttavia, l’Europa resta l’area del mondo che dedica meno tempo ai social media, solo un minuto e 44 secondi al giorno, contro i due minuti medi delle altre regioni. Anche la fruizione della stampa cartacea e online è più contenuta, con 26 secondi al giorno dedicati alla prima e 43 alla seconda.
Se il consumo racconta un’Europa ancora televisiva, l’industria editoriale sta affrontando una transizione complessa. La ricerca del Reuters Institute for the Study of Journalism, rielaborata da Connact, evidenzia il calo di tiratura e pubblicità, che pure restano pari al 45% dei ricavi, a fronte di nuove fonti di sostentamento. Tra il 2020 e il 2025 eventi e membership hanno registrato una crescita significativa: gli eventi sono diventati prioritari per il 48% degli editori (+16% rispetto al 2020), mentre gli abbonamenti digitali e le membership sono saliti al 77% (+3%). In aumento anche l’uso di intelligenza artificiale (dal 33% al 36%), e-commerce (dal 13% al 29%), filantropia (dal 12% al 20%), donazioni (dal 13% al 29%) e micropagamenti (dal 5% al 6%).
All’evento Connact Media di Bruxelles, organizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, il dibattito ha toccato anche i nodi della resilienza dell’industria culturale UE: dal Media Freedom Act all’AI Act, fino al Digital Market Act. Temi cruciali per la difesa della libertà di stampa e pluralismo, per la tutela del diritto d’autore e per la regolazione degli aiuti di Stato.
Su queste questioni si è soffermata Gina Nieri, consigliere di amministrazione di MFE - MediaForEurope, sottolineando come il recente consolidamento del gruppo rappresenti la tenuta di un modello di broadcasting europeo fondato su pluralismo, trasparenza e promozione della cultura identitaria. Nieri ha rimarcato la necessità di una rapida attuazione delle normative europee, dal DMA al DSA fino all’EMFA, per contrastare la supremazia delle grandi piattaforme americane, “oggi insofferenti ai dettati di Parlamento e Commissione”.