Gli investitori esteri puntano sui bond asiatici

Redazione

Per il secondo mese consecutivo, sulla scia delle speranze per un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve entro l'anno, gli investitori stranieri stanno rivolgendo la loro attenzione sui bond asiatici.
Secondo i dati delle autorità di regolamentazione e delle associazioni del mercato obbligazionario, il mese scorso gli investitori esteri hanno acquistato obbligazioni per un valore netto di 3,05 miliardi di dollari in Indonesia, India, Malesia, Corea del Sud e Thailandia, dopo circa 9,5 miliardi di dollari di acquisti netti nel mese precedente.

Gli investitori esteri puntano sui bond asiatici

L'interesse verso i bond asiatici viene sostenuto dai recenti dati sull'inflazione negli Stati Uniti e dai segnali di rallentamento dell'attività economica, che hanno mantenuto vive le aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed più avanti nel corso dell'anno.
I dati del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti hanno mostrato all'inizio di questo mese che il tasso di disoccupazione è aumentato fino a raggiungere il livello più alto degli ultimi 2 anni e mezzo del 4,1% a giugno, mentre i prezzi al consumo sono scesi dello 0,1% il mese scorso, rafforzando le previsioni di un taglio dei tassi da parte della Fed.

Sebbene prevedano che la Fed potrebbe iniziare a ridurre i tassi nella seconda metà dell'anno, gli analisti non sono ancora certi che le banche asiatiche adotteranno lo stesso numero e la stessa tempistica di questi tagli.
Si sta facendo strada l'idea che sia probabile che i tassi e i rendimenti asiatici rimangano indietro rispetto ai tassi e ai rendimenti del dollaro USA in caso di calo.

A giugno, le obbligazioni indiane hanno ricevuto un saldo netto di 1,79 miliardi di dollari, il più grande afflusso estero mensile in quattro mesi.
Si prevede che nei prossimi 10 mesi le obbligazioni indiane registreranno afflussi totali pari a circa 20 miliardi di dollari.
Nel frattempo, il mese scorso le obbligazioni indonesiane hanno attirato capitali esteri per un valore di 2,5 miliardi di dollari, trainati in gran parte dagli acquisti esteri di titoli in rupie della Bank Indonesia.

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