Economia

Intesa Sanpaolo e SDA Bocconi lanciano il Blue Economy Monitor

Redazione
 
Intesa Sanpaolo e SDA Bocconi lanciano il Blue Economy Monitor
Intesa Sanpaolo e SDA Bocconi School of Management uniscono le forze per esplorare la frontiera più promettente della sostenibilità: la Blue Economy. Nasce così il Blue Economy Monitor, un osservatorio permanente dedicato all’analisi e allo sviluppo dell’economia del mare, con l’obiettivo di valorizzare il capitale naturale blu e accompagnare la transizione verso modelli di mobilità marittima sostenibile.

Intesa Sanpaolo e SDA Bocconi lanciano il Blue Economy Monitor

Presentato a Milano, il progetto promosso dal gruppo bancario guidato da Carlo Messina e dalla business school dell’Università Bocconi punta a diffondere conoscenza, stimolare innovazione e creare nuove opportunità di lavoro, favorendo il dialogo tra istituzioni, imprese e università. Le prime due ricerche del Monitor affrontano temi cruciali, il “Capitale Naturale Blu” e la “Mobilità Sostenibile nel settore marittimo-portuale”.

Il primo studio stima il valore globale del capitale naturale blu, l’insieme delle risorse marine e costiere che generano benefici ecologici, economici e sociali, in oltre 24 mila miliardi di dollari, di cui 5.600 miliardi nel Mediterraneo. Gli ecosistemi marini producono ogni anno flussi economici compresi tra 1.500 e 2.600 miliardi, che potrebbero arrivare a 3.000 miliardi entro il 2030. In Italia, l’economia del mare ha generato nel 2022 un valore aggiunto lordo di 64,6 miliardi di euro, per un impatto complessivo sul PIL di 178,3 miliardi e oltre un milione di occupati. Il nostro Paese è tra i primi cinque dell’Unione Europea per contributo al settore, con leadership nei comparti del turismo costiero, della cantieristica, della pesca e del trasporto marittimo.

Tra i settori emergenti più promettenti si distinguono le energie rinnovabili marine, in particolare l’eolico offshore, le biotecnologie blu, le soluzioni digitali per la gestione degli ecosistemi e le infrastrutture sostenibili. Gli studi condotti nelle Aree Marine Protette dimostrano che la tutela ambientale non è un costo, ma un investimento capace di generare valore economico e nuova occupazione.

La seconda ricerca del Blue Economy Monitor è dedicata alla transizione del trasporto marittimo verso la sostenibilità. Il comparto, responsabile di circa il 2,9% delle emissioni globali di gas serra, potrebbe vederle aumentare fino al 130% entro il 2050 in assenza di interventi strutturali. In Italia, il 52,7% delle merci e oltre il 90% dei passeggeri viaggiano via mare, un settore chiave per la coesione economica e territoriale, ma che necessita di ingenti investimenti e di un’azione coordinata tra pubblico e privato per accelerare la decarbonizzazione.

Tra le misure suggerite dallo studio figurano il rafforzamento del green public procurement, la creazione di “green corridors” sulle principali rotte nazionali, lo sviluppo di infrastrutture portuali per carburanti alternativi e il sostegno alla carbon capture a bordo delle navi. Inoltre, l’utilizzo mirato dei fondi derivanti dall’ETS europeo potrebbe generare per l’Italia tra 333 e 419 milioni di euro l’anno a partire dal 2026.

“Tra i trend emergenti, la Blue Economy e i fondali marini offrono straordinarie potenzialità di crescita per il nostro Paese”, ha ribadito Elisa Zambito Marsala, responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs di Intesa Sanpaolo (in foto). “Sostenere la ricerca in questo ambito significa alimentare competitività e costruire ecosistemi virtuosi capaci di preparare le nuove generazioni alle sfide globali”.

Per Stefano Caselli, Dean della SDA Bocconi, “la Blue Economy rappresenta l’estensione naturale dell’economia del mare, orientata alla sostenibilità ambientale e sociale. Con Intesa Sanpaolo vogliamo promuovere una crescita economica che tuteli la salute degli oceani e generi nuova occupazione qualificata”.

Il Blue Economy Monitor rientra in un ecosistema più ampio che coinvolge partner nazionali e internazionali come l’Université PSL di Parigi, SRM Centro Studi e Ricerche, One Ocean Foundation e primarie aziende del settore. Un laboratorio di idee e progetti destinato a rendere l’Italia un punto di riferimento europeo nell’economia del mare, tra innovazione, sostenibilità e competitività globale.
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