Con l’autunno ormai inoltrato e l’abbassarsi delle temperature, l’Italia si prepara ad affrontare la nuova stagione influenzale 2025-2026. Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità avvertono che i casi sono destinati ad aumentare nelle prossime settimane, seguendo l’andamento già osservato nei Paesi dell’emisfero australe.
Influenza, picco previsto tra dicembre e gennaio: scatta la corsa ai vaccini
Il ministero della Salute ha pubblicato le nuove raccomandazioni per la campagna vaccinale, ribadendo l’importanza della prevenzione. “La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell’influenza e delle sue complicanze”, si legge nella circolare ministeriale che invita la popolazione alla prudenza e a non sottovalutare i sintomi. Con la riapertura delle scuole e il ritorno alla piena attività lavorativa, il virus torna a circolare più facilmente. Gli epidemiologi prevedono un incremento dei contagi rispetto agli ultimi due anni, quando le misure anti-Covid avevano ridotto la diffusione dei virus respiratori.
Secondo le stime, il picco dei casi arriverà tra la fine di dicembre e gennaio, il periodo in cui tradizionalmente l’influenza raggiunge la sua massima intensità. L’Iss invita in particolare le persone più fragili a monitorare i segnali di malessere e a rivolgersi subito al medico ai primi sintomi, per evitare complicazioni che possono diventare gravi soprattutto tra anziani, bambini piccoli e malati cronici.
Il ministero della Salute ha rinnovato l’appello alla vaccinazione, raccomandata per tutti i cittadini dai sei mesi di età in su, con priorità per gli over 60, i soggetti affetti da patologie croniche, le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. La campagna 2025-2026 è partita a ottobre e proseguirà fino a dicembre, così da garantire una copertura efficace nel periodo di maggiore circolazione del virus. La vaccinazione è gratuita per le categorie a rischio e, in base alle indicazioni del medico, può essere somministrata insieme al richiamo anti-Covid.
L’obiettivo dichiarato dal ministero è aumentare la copertura vaccinale, che in Italia resta ancora al di sotto dei livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Ma il vaccino, per quanto fondamentale, non basta da solo. Gli esperti insistono anche sulle buone pratiche quotidiane che possono limitare la diffusione del virus.
Lavarsi spesso le mani, coprirsi naso e bocca quando si tossisce o starnutisce, arieggiare regolarmente le stanze e restare a casa in caso di sintomi influenzali sono comportamenti semplici, ma estremamente efficaci. Anche uno stile di vita equilibrato, con alimentazione sana, idratazione e riposo adeguato, aiuta a rafforzare le difese immunitarie. L’Iss mette in guardia anche dall’automedicazione: gli antibiotici non servono contro i virus influenzali e vanno usati solo sotto prescrizione medica, quando si sospettano complicanze batteriche.
La maggior parte dei casi di influenza guarisce spontaneamente nel giro di pochi giorni, ma è importante non sottovalutare i segnali d’allarme. Febbre alta persistente, difficoltà respiratorie o peggioramento dei sintomi richiedono una valutazione tempestiva da parte del medico di famiglia. Per i soggetti più deboli, come anziani e bambini piccoli, la prudenza è d’obbligo. Restare a casa e limitare i contatti con gli altri, sottolineano i medici, resta il modo più semplice ed efficace per evitare di diffondere il contagio.
Secondo le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, il picco dei contagi influenzali in Italia tende a concentrarsi tra fine dicembre e metà gennaio, anche se l’inizio dell’epidemia può variare in base alle temperature stagionali e alla circolazione dei diversi ceppi virali. Gli esperti raccomandano di vaccinarsi preferibilmente tra novembre e inizio dicembre, per permettere al sistema immunitario di sviluppare una protezione efficace prima dell’arrivo dell’ondata.
Quest’anno, inoltre, torna il dubbio che ha accompagnato gli ultimi inverni: come distinguere l’influenza dal Covid-19? I due virus condividono molti sintomi (febbre, tosse, dolori muscolari, spossatezza), ma il Covid può manifestarsi anche con perdita di gusto e olfatto o difficoltà respiratorie più gravi. Per una diagnosi certa, il ministero della Salute invita a effettuare un test antigenico o molecolare.
Solo l’esame di laboratorio, infatti, consente di distinguere con sicurezza le due infezioni. “È importante non sottovalutare i sintomi e isolarsi temporaneamente in caso di febbre o tosse persistente”, ribadiscono gli esperti. E se ci si ammala nonostante il vaccino? È possibile, spiegano gli epidemiologi, ma la vaccinazione riduce in modo significativo il rischio di forme gravi e di complicanze.
Ogni anno i vaccini vengono aggiornati per proteggere dai ceppi virali più diffusi, ma la natura mutevole dell’influenza può far circolare varianti lievemente diverse. Anche in questi casi, chi è vaccinato tende a manifestare sintomi più lievi e a guarire più rapidamente. Infine, per curare l’influenza a casa in modo sicuro, i medici consigliano riposo, idratazione abbondante e, su prescrizione, l’assunzione di antipiretici o analgesici per alleviare i disturbi. Gli antibiotici, ribadiscono, non hanno alcun effetto sul virus influenzale e vanno usati solo quando il medico riscontra infezioni batteriche secondarie.