Economia
Industria emiliano-romagnola tra resilienza e sfide, segnali di ripresa ma occupazione in calo
Redazione

Il quadro congiunturale dell’Emilia-Romagna, fotografato dal rapporto diffuso da Unioncamere, Confindustria e Intesa Sanpaolo, restituisce un’immagine a doppio volto dell’economia regionale. Tra aprile e giugno 2025 la produzione industriale ha segnato una flessione dell’1,4% e il fatturato un calo dell’1,3%, con un arretramento più contenuto sugli ordini complessivi, rimasti stabili, e un leggero incremento di quelli dall’estero (+1%). Un segnale che lascia intravedere spiragli di resilienza, in particolare verso i mercati internazionali, ma che non riesce a bilanciare le difficoltà interne.
Industria emiliano-romagnola tra resilienza e sfide, segnali di ripresa ma occupazione in calo
La fotografia settoriale rivela differenze profonde. L’industria alimentare si conferma l’unico comparto in crescita, con fatturato a +2,2% e ordini dall’estero in rialzo del 3,7%. All’opposto, il sistema moda continua la sua fase recessiva con un crollo della produzione del 4,7% e delle commesse estere del 5,9%, accompagnato dal calo del legno-arredo (-4,5% il fatturato), della metallurgia (-3,7%) e della meccanica, che limita i danni (-0,7%). Più contenuta la discesa delle “altre industrie”, tra chimica, plastica, ceramica e gomma, con produzione in calo dell’1,6% ma ordini leggermente positivi (+0,5%).
Il nodo più critico resta l’occupazione. Nel secondo trimestre 2025 i posti di lavoro nell’industria emiliano-romagnola sono diminuiti del 3,2% rispetto all’anno precedente, pari a 18.454 unità in meno. La flessione colpisce soprattutto le donne (-11,1%), scese a 146 mila occupate, mentre la componente maschile è rimasta quasi invariata (-0,1%). Un dato che riflette fragilità strutturali del mercato del lavoro e mette in luce la necessità di politiche mirate alla parità di genere e al sostegno delle lavoratrici.
Anche l’export, tradizionale motore della regione, mostra un andamento disomogeneo. Nei primi sei mesi del 2025 le esportazioni hanno raggiunto 41 miliardi di euro, pari al 13,4% del totale nazionale, ma con un calo dell’1,7% sul 2024. L’alimentare traina (+9,5%), mentre moda e metallurgia frenano rispettivamente del 6,9% e del 5,4%. Buone notizie arrivano dal farmaceutico (+15%) e dai mezzi di trasporto (+1,1%). L’Europa resta il principale mercato (+0,3% complessivo), con Germania stabile e Spagna in forte crescita (+5%), mentre Asia e America mostrano contrazioni rilevanti, soprattutto Cina (-18,4%) e Stati Uniti (-6,6%). L’unica area extraeuropea positiva è l’Africa (+15,6%).
Sul fronte del credito, Intesa Sanpaolo evidenzia un rimbalzo significativo, i prestiti per investimenti in macchinari e attrezzature sono cresciuti del 19% nel primo semestre, per un valore di 1,43 miliardi, il massimo da prima della pandemia. Le famiglie hanno beneficiato di mutui casa in aumento del 3,8% su base annua, sostenuti dal calo dei tassi e dal boom delle compravendite immobiliari (+15,5% nel primo trimestre e +8,7% nel secondo). Una dinamica che contribuisce a rafforzare il quadro di domanda interna, in parte compensando il rallentamento estero.
Guardando avanti, Confindustria Emilia-Romagna prevede un secondo semestre più favorevole, con un saldo positivo di 24 punti tra imprenditori ottimisti e pessimisti e una crescita attesa del Pil regionale intorno all’1% per l’intero 2025. Ma per trasformare le prospettive in realtà occorre agire rapidamente. Le priorità individuate riguardano la rivitalizzazione del Patto per il Lavoro e per la Semplificazione, l’attuazione di un nuovo Piano Energetico Regionale orientato alla transizione verde e maggiori risorse per attrattività e internazionalizzazione.
Il presidente di Unioncamere, Valerio Veronesi, ha sottolineato la capacità di reazione degli imprenditori locali: «I nostri territori hanno dimostrato, già dopo la crisi pandemica, di saper ripartire più velocemente di altri. Serve meno ideologia e più economia reale». Una linea condivisa dalla direttrice regionale di Intesa Sanpaolo, Alessandra Florio, che ha ricordato l’impegno del gruppo a sostenere le imprese con soluzioni di finanziamento e un plafond di 15 miliardi di euro.