Il volto dell’impresa italiana sta cambiando. A raccontarlo è il Rapporto Dati Statistici Notarili 2024, pubblicato oggi sul sito del Consiglio Nazionale del Notariato. Un’analisi puntuale, basata su dati reali raccolti dagli atti notarili su tutto il territorio nazionale, che offre uno spaccato significativo delle dinamiche economiche e sociali in atto nel Paese. E il quadro che emerge mostra un’Italia sempre più proiettata verso forme societarie strutturate, mentre perde terreno l’impresa familiare, storica colonna portante del tessuto imprenditoriale nazionale.
Imprese e società, Rapporto Dati Statistici Notarili: cala il modello familiare, cresce la società di capitali
Il dato più evidente riguarda il netto arretramento del modello di impresa familiare, ovvero quelle realtà aziendali in cui collaborano parenti fino al terzo grado e affini entro il secondo. Nel 2024 sono state costituite 9.348 imprese familiari, in calo del 10,13% rispetto al 2023 (10.402). Un declino ancora più marcato se confrontato con il 2019, quando le nuove imprese familiari erano state 12.161. La pandemia, evidentemente, ha lasciato una traccia profonda che non è ancora stata riassorbita. Non solo i numeri, ma anche la geografia conferma il ridimensionamento del fenomeno. Se il Nord rimane il principale bacino – oltre il 60% delle imprese familiari è localizzato nelle regioni settentrionali – spicca il dato delle Isole, dove se ne registra appena il 7%.
In particolare, Lombardia e Veneto si confermano territori d’elezione per queste forme di impresa, rappresentando insieme circa il 30% del totale. Di contro, Emilia-Romagna e Marche segnano una flessione significativa, attorno al 15% in meno rispetto all’anno precedente, un calo che potrebbe essere in parte attribuibile agli eventi climatici estremi che hanno colpito le due regioni nel 2024. Interessante anche la composizione anagrafica dei soci: il 33,99% degli associati ha tra i 18 e i 35 anni, mentre il 22,11% ha più di 55 anni, segnale che le imprese familiari attraggono tanto giovani all’ingresso del mondo del lavoro quanto figure più esperte, forse in uscita dal mercato occupazionale. La componente maschile resta prevalente, con una quota del 61,84%.
Nel 2024 sono state costituite 137.675 nuove società, a fronte di 42.159 scioglimenti, per un saldo positivo significativo. La forma di impresa collettiva nel suo complesso cresce del 4,17%, ma il dato più rilevante riguarda le società di capitali, che costituiscono il 76,37% del totale. Con 105.142 nuove costituzioni, in aumento del 7,18% rispetto al 2023, la formula della società a responsabilità limitata consolida la sua egemonia, lasciando sempre meno spazio a società di persone e altre forme giuridiche. Le società di persone, pur rappresentando solo il 10,70% delle nuove imprese, crescono comunque del 4,85% (14.734 contro le 14.054 del 2023), ma registrano un saldo negativo a causa dei numerosi scioglimenti (-4.878 atti). Al contrario, il comparto delle cooperative, seppur marginale, mostra segnali di vitalità: con 1.468 atti costitutivi nel 2024, segnano un incremento del 9% rispetto all’anno precedente.
Il saldo resta positivo, considerando i 668 scioglimenti registrati. Le associazioni temporanee di impresa (ATI) segnano invece una lieve flessione: da 17.946 nel 2023 a 15.591 nel 2024, confermando una tendenza al ridimensionamento di queste formule di collaborazione temporanea. Il 44,7% degli atti di costituzione di nuove imprese è stato registrato nelle regioni del Nord, mentre le Isole si fermano al 7,88%. La Lombardia guida la classifica regionale con 26.247 nuove imprese, seguita da Lazio (19.823), Campania (15.580), Veneto (9.996) ed Emilia-Romagna (9.564). Curioso il dato temporale: mentre i nuovi atti di costituzione si concentrano nei primi mesi dell’anno – in particolare a gennaio e febbraio, che da soli raccolgono quasi un quinto del totale – gli scioglimenti esplodono a dicembre, tanto che nel solo ultimo mese dell’anno si registra un numero di cessazioni pari quasi all’intero primo semestre.
Nel 2024, le modifiche statutarie non hanno registrato variazioni significative rispetto al 2023 in termini assoluti. Tuttavia, si osserva un lieve aumento delle modifiche non legate al capitale, mentre quelle relative a effettivi aumenti di capitale si attestano appena al 14% del totale. Geograficamente, il fenomeno resta concentrato al Nord, che assorbe il 59,63% degli atti di modifica statutaria, con un picco nei mesi di novembre e dicembre, quando si registra oltre il 25% del totale.
Quanto alle operazioni straordinarie, come fusioni, scissioni e trasformazioni societarie, i numeri restano stabili e alti: 21.710 operazioni nel 2024, contro le 21.849 del 2023. Un dato che conferma il consolidamento del mercato dopo il rimbalzo post-pandemico. In particolare, cala il numero delle cosiddette trasformazioni “regressive” (da società di capitali a società di persone), che passano da 2.858 a 1.832, mentre si segnala un incremento del 17,77% delle scissioni societarie. Oltre la metà di tutte le operazioni straordinarie si concentra in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, regioni che continuano a trainare l’economia industriale del Paese.