La gestione dei rifiuti marini, in particolare delle reti da pesca abbandonate note come “reti fantasma”, si apre a una nuova prospettiva grazie alla tecnologia Green Plasma. Il sistema, in grado di trattare fino a 100 chilogrammi di plastica marina non riciclabile al giorno, converte i materiali in syngas, un gas combustibile ad alto contenuto di idrogeno utilizzabile per la produzione di elettricità direttamente nei porti o nelle aree di raccolta.
Green Plasma trasforma le reti fantasma in energia: una soluzione sostenibile per il Mediterraneo
La tecnologia è stata presentata ad Ancona nell’ambito del progetto PNRR MER - Ghost Nets, sviluppato per recuperare e valorizzare gli attrezzi da pesca dispersi in mare. La presentazione si è svolta venerdì 28 novembre presso l’Università Politecnica delle Marche, in occasione della “Giornata del Mediterraneo”, ricorrenza che richiama l’attenzione sulla vulnerabilità del mare e sull’urgenza di soluzioni più sostenibili.
La sperimentazione è stata condotta da Fondazione Marevivo, Castalia e CoNISMa, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e la società IRIS. Ogni anno circa 12 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, l’equivalente di un camion di spazzatura riversato in acqua al minuto, causando danni irreversibili agli ecosistemi. Gli attrezzi da pesca abbandonati, tra cui reti, cime, retini, nasse, cordame e cassette di polistirolo, costituiscono la maggior parte di questi rifiuti: secondo i dati ISPRA, l’86,5% dei rifiuti rinvenuti in ambiente marino è connesso ad attività di pesca e per questi materiali altamente degradati non esistono filiere di riciclo efficaci, se non lo smaltimento in discarica.
Nel corso dei primi due anni del progetto MER - Ghost Nets, coordinato da ISPRA, sono stati mappati 157 ettari di fondale e ripristinati 25 ettari, con il recupero di oltre 400 attrezzi da pesca abbandonati, pari a circa 11 tonnellate di materiali plastici e metallici. Questi interventi hanno permesso di liberare habitat vulnerabili popolati da coralli, gorgonie, ricci, crostacei e numerose specie protette. Le attività proseguiranno nel 2026, consolidando il recupero dei rifiuti e ampliando le occasioni per applicare la tecnologia Green Plasma in contesti operativi reali. La tecnologia consente di trattare i materiali direttamente in loco, riducendo i costi e l’impatto ambientale derivanti dal trasporto in discarica.
“La sperimentazione Green Plasma rappresenta un avanzamento significativo nella gestione delle reti fantasma”, spiegano i ricercatori ISPRA. “Si tratta di materiali altamente degradati che rendono impossibile il loro riciclo attraverso le filiere tradizionali. Dimostrare che possano essere convertiti in un gas energetico direttamente nei luoghi di recupero significa introdurre un metodo di trattamento più sostenibile dal punto di vista ambientale e più efficiente sul piano operativo. Il modello Green Plasma è replicabile soprattutto nelle aree portuali deputate al conferimento degli attrezzi da pesca dismessi e pienamente coerente con gli obiettivi del PNRR e con le esigenze di tutela del Mediterraneo”.
Raffaella Giugni, Segretario Generale di Marevivo, sottolinea l’importanza del dispositivo: “Il Green Plasma è un dispositivo valido poiché consente di non attivare tutta la logistica del trasporto in discarica e di ridurre l’inquinamento atmosferico che ne deriverebbe. Tuttavia, riteniamo sia fondamentale trovare materiali alternativi alla plastica per gli attrezzi da pesca, sensibilizzare sempre di più i pescatori sulla necessità di non disperderli in mare e promuovere sistemi di tracciamento delle reti attraverso strumenti di geolocalizzazione”.
Il Project Manager del RTI Ghost Nets, Stefano Chianese, ha illustrato l’efficacia della gestione centralizzata dei rifiuti: “Il progetto Ghost Nets ci ha permesso di recuperare quasi 11.000 chilogrammi di attrezzi da pesca abbandonati, evitando che continuassero a danneggiare il mare. Abbiamo scelto una gestione centralizzata presso l’impianto Labromare di Livorno, socio consorziato di Castalia, garantendo un trattamento omogeneo e tracciabile. L’ottimizzazione logistica ha ridotto del 54% i chilometri di trasporto, minimizzando costi e impatto ambientale. Le reti sono state avviate a recupero secondo principi di economia circolare, valorizzando plastiche e metalli. È un risultato concreto che dimostra come cooperazione e innovazione possano davvero proteggere gli ecosistemi marini”.
Il Prof. Carlo Cerrano del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente (DISVA) dell’Università Politecnica delle Marche, in rappresentanza di CoNISMa, ha evidenziato la complessità delle operazioni: “La rimozione delle reti fantasma richiede un’accurata valutazione delle condizioni del fondale e delle comunità presenti prima, durante e dopo l’intervento. La permanenza prolungata degli attrezzi in mare favorisce l’insediamento e il concrezionamento di organismi, con il rischio di danneggiare specie protette o di particolare pregio durante il recupero. Per questo i ricercatori del CoNISMa hanno seguito direttamente sul campo ogni fase del processo, garantendo il massimo livello di cautela e un costante controllo scientifico. Ad Ancona, alcune gorgonie sono state rimosse durante la rimozione delle reti e sono ora mantenute in acquari in attesa di essere ricollocate”.
Una sperimentazione, quella di Green Plasma, che rappresenta quindi un modello operativo che integra innovazione tecnologica, tutela ambientale e economia circolare, proponendo una gestione sostenibile dei rifiuti marini difficili da trattare e aprendo nuove prospettive per la salvaguardia del Mediterraneo, come sottolinea in conclusione Francesco Regoli, Delegato alla Ricerca per l’Università Politecnica delle Marche: “Il Green Plasma rappresenta un esempio concreto di come la ricerca e la sperimentazione possano dare un contributo alla gestione di un problema ambientale molto complesso - osserva Regoli -. Conosciamo bene le conseguenze dell’inquinamento da plastiche in mare, l’importanza delle operazioni di pulizia dei fondali e la difficoltà di trovare soluzioni adeguate per i rifiuti raccolti. I risultati della sperimentazione hanno evidenziato l'efficacia della tecnologia Green Plasma nel valorizzare un rifiuto critico come le reti da pesca in un gas ricco di potere calorifico, e abbattendo la massa del rifiuto di oltre il 90%. Oltre alla tecnologia, Green Plasma introduce anche un nuovo paradigma: non solo si trasforma un rifiuto in risorsa, ma si crea anche un modello virtuoso in cui la possibilità di osservare la produzione di energia direttamente nei luoghi di raccolta incentiva comportamenti responsabili, riduce la necessità di stoccaggio e trasporto e contribuisce a sensibilizzare cittadini, operatori e aziende sull’importanza di una ridurre questo tipo di inquinamento”.