Economia

Goldman Sachs riduce la possibilità di recessione negli Stati Uniti

Redazione
 
Goldman Sachs, dopo averla da poco aumentata, ha ridotto la probabilità di una recessione negli Stati Uniti al 20%, sulla base dei nuovi dati sul mercato del lavoro hanno portato a una rivalutazione delle opinioni del mercato sull’economia.

Goldman Sachs riduce la possibilità di recessione negli Stati Uniti

Gli economisti della società di consulenza all’inizio di questo mese avevano sensibilmente aumentato le probabilità che l'economia statunitense entrasse in una fase di recessione a 12 mesi, portandola dal 15% al 25%.
Questo upgrade era stato frutto dell'analisi sui contenuti del rapporto sui posti di lavoro statunitensi del mese di luglio - ufficializzato il 2 agosto -, secondo il quale le buste paga non agricole sono cresciute di 114.000 unità, meno del previsto. Questo dato è in calo rispetto ai 179.000 di giugno, rivisti al ribasso, e al di sotto della stima del Dow Jones di 185.000.

Il rapporto ha suscitato preoccupazioni diffuse sulla più grande economia del mondo e ha contribuito alla brusca, ma in definitiva breve, svendita del mercato azionario all’inizio del mese.
Questa situazione ha riportato alla cosiddetta ''regola Sahm'', indicatore storico che mostra che la fase iniziale di una recessione inizia quando la media mobile trimestrale del tasso di disoccupazione degli Stati Uniti è almeno mezzo punto percentuale superiore al minimo degli ultimi 12 mesi.

Sabato Goldman Sachs, che pure aveva citato questa situazione come motivo per aumentare la probabilità di una recessione economica, ha cambiato idea, spiegando di avere ridotto le probabilità al 20% perché i dati pubblicati dal 2 agosto (come le vendite al dettaglio, aumentate dell'1% rispetto a una stima dello 0,3% e le richieste settimanali di indennità di disoccupazione inferiori alle attese) non mostravano ''alcun segno di recessione''.
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