Anche se la frase è ormai diventata desueta, in un mondo che vive e si alimenta di contaminazioni, si potrebbe dire che al ministro della Cultura, Alessandro Giuli, nella kermesse dei giovani di Fratelli d'Italia, Atreju, sia slittata la frizione che, significando la perdita di attrito tra disco e volano, in senso figurato descrive chi, magari per dare saggio di conoscenza, esagera, involontariamente cadendo in errore.
Per Giuli, la Sinistra è come i cani che abbaiano
È accaduto che, per rintuzzare le stilettate dell'opposizione su come la Destra di governo intenda il suo ruolo, transitando dall'esercizio del potere all'egemonia, Giuli, facendo sfoggio di cultura, abbia citato, per definire la differenza tra chi sta al timone del Paese e chi tenta di sostituirvisi, un proverbio arabo, un mondo che esercita sempre il suo fascino, ma che bisogna maneggiare con cura per evitare di errare.
Quindi, se Giuli voleva essere tagliente, ha forse sbagliato ricordando il proverbio suddetto - per rispondere agli attacchi che vengono dalla Sinistra - in una formulazione di cui ha forse sottovalutato il reale significato: i cani abbaiano, la carovana passa.
Il cane nel mondo islamico è considerato impuro (non avendo lo zoccolo diviso), non alla stregua del maiale, ma certo in una categoria che lo marginalizza rispetto ad altri animali, meritevoli di attenzione, affetto, amore. Ma, siccome sul cane ci sono interpretazioni diverse (come quella zoroastriana), alla fine quello che conta è che il giudizio su questo animale è spesso assimilato ad un essere di cui diffidare, se non quando si nutre di parassiti, svolgendo insomma una funzione sociale.
Quindi dire che, in fondo, la Sinistra è come i cani che abbaiano, mentre la carovana, nel suo incedere maestoso, passa, è assimilare l'opposizione non al rango di animale, ma di essere impuro, di quelli per i quali non si ravvisa alcuna considerazione o rispetto.
Ecco la parola magica: rispetto, ed è quello che sembra mancare in chi, per la maggioranza di governo, si fa carico del peso di attaccare la Sinistra e il carico valoriale che essa vanta.
Di certo c'è che la Destra, soprattutto quella targata Fratelli d'Italia (per la Lega questo è terreno raramente frequentato), la Cultura è diventata terreno di conquista, ormai quasi totalmente occupata e dalla quale tirare fuori sempre e comunque un tornaconto.
E' la pianificazione scientifica della premialità del rapporto di amicizia, quell' ''amichettismo'', accostato alla Destra, al quale Giuli ha contrapposto, con spericolato senso letterario, il ''nemichettismo'' della Sinistra, cercando di buttarla in ''cazzeggio'', quando invece il problema c'è ed è serio.
Perché, dopo decenni di denunciato ostracismo, la Destra meloniana si è mangiata la Cultura, collocando suoi uomini ai vertici di ministeri, fondazione, consigli d'amministrazione, facendo piazza pulita delle scorie della Sinistra, che comunque non è che avesse fatto meglio.
Davide Allegranti ha scritto che l'amichettismo ''in politica e non solo, è quel fenomeno para-politico, para-sociale, para-antropologico, che prevede l’impiego di famigliari e amici, amichetti appunto, per gestire non solo la cosa pubblica, ma anche quel che le ruota attorno''. Che è definizione perfetta, se solo si avesse tempo e voglia di scorrere lo sterminato elenco di nominati e dei rispettivi curricula, dove spesso nulla c'è che si possa collocare vicina alla cultura, lambendola sono perifericamente.
Ma Giuli, nell'evidente operazione di marcare il territorio e difenderlo, non è solo, perché, con lui, ad Atreju, c'era anche la ministra Eugenia Roccella, quella che ha definito i viaggi degli studenti italiani ad Aushwitz come fossero gite scolastiche (deprivandole del loro significato storico) e che ha sostenuto in buona sostanza che l'educazione sessuale nelle scuole non contribuisce alla lotta alla violenza di genere. Roccella ha voluto dire la sua, in qualche modo contraddicendo il suo collega di governo, affermando di non avere ''mai creduto ad una egemonia culturale di sinistra'' (mettetevi d'accordo, però...), che comunque, ha spiegato, ''oggi non c'è più''. C'è invece, ha chiosato, ''c'è un piccolissimo potere spaventato".