Politica

Governo, altro giro, altra zuffa: Giuli e Crosetto si scontrano sul nome di Evelina Christillin

Redazione
 
Verrebbe da dire che il governo non perde occasioni per la zuffe interne, per beghe che si potrebbero giustificare (ma sino ad un certo punto) in una classe elementare, non nel massimo consesso del Paese, quello al quale sono demandate le decisioni più importanti per l'Italia.
Eppure, pare proprio che non ce la facciano a stare tranquilli, che prendersi a sberle (verbali, per carità di Dio) sia un modo per imporsi sull'altro, anche su questioni che ai più - noi, che dal Governo siamo dipendenti - appaiono ''scazzi'' da cortile. Una atmosfera da ''Baruffe chiozzotte'' che, almeno, hanno come protagonisti personaggi del popolo, non certo i ''primi inter pares'', quali dovrebbero essere.

L'ultima vicenda (lo diciamo ora, non sapendo se altre stiano maturando mentre scriviamo) riguarda una conferma, manco una nomina, ma proprio la scelta di lasciare qualcuno nel posto che già occupava.
La conferma in questione riguarda Evelina Christillin che, per decisione del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, resterà, per il prossimo quadriennio, alla guida della Fondazione del Museo Egizio di Torino, una di quelle realtà che si caratterizzano per una offerta universalmente riconosciuta di eccellenza, ma anche una gestione inappuntabile.
Il decreto di conferma di Christillin è stato firmato da Giuli alla vigilia della sua trasferta a Torino, in occasione della celebrazione dei duecento anni della strutturale museale, alla quale ha presenziato il presidente della Repubblica.

Dove sta allora la materia del contendere, che ha scatenato bordate di accuse e ben altro?
Sta nella reazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che vede la presidente della Fondazione come un nemico dichiarato di Fratelli d'Italia.
La sollevazione di Crosetto ha, per così dire, una spiegazione territoriale, essendo lui piemontese (è di Cuneo) e, quindi, sentendo la regione quasi un suo protettorato, nel senso che se dal centro si prendono decisioni che riguardano il suo territorio vorrebbe essere coinvolto, o quanto meno informato.

Niente di tutto questo sarebbe accaduto, ingenerando in Crosetto una reazione che fonti informate definiscono furibonda, se non di più, che ha avuto come destinatario Giuli.
Il quale, a sua volta, l'ha presa male, ritenendo le parole e i pensieri di Crosetto una invasione di campo (le nomine o le conferme le decide il ministro competente e solo la cortesia può spingerlo a confrontarsi con altri che non sia il presidente del Consiglio), quasi al limite del tentativo di condizionarlo. E a questo lui Giuli, un intellettuale che va avanti ragionando con la sua testa, proprio non ci sta, probabilmente influenzato dalle spinose vicende in cui si è trovato catapultato dall'arrivo al Ministero.

C'è però un particolare che a Crosetto, evidentemente, deve essere sfuggito o proprio non gli è stato riferito.
Giuli con qualcuno aveva parlato. E questo qualcuno è un altro piemontese, Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia ed effervescente frequentatore di talkshow. Che avrebbe detto che sulla conferma di Christillin non c'erano veti di sorta, forse raccogliendo i consensi bipartisan che la presidente ha accumulato negli anni e secondo i quali non ci sarebbe motivo alcuno che ne autorizzassero la giubilazione.
Quasi lo immaginiamo Crosetto dire ''Delmastro, chi?'' quando gli è stata data questa spiegazione, che non ha certo placato la sua rabbia.

Tutto questo accadeva quando Giorgia Meloni si trovava a Rio del Janeiro e, poi, a Buenos Aires, quindi nella classica situazione di quando la maestra esce dall'aula e gli alunni si tirano addosso di tutto.
Le acque per il momento sembra si siano acquetate, ma mai farsi ingannare dalle apparenze.
A quando la prossima puntata? Ah, vero: e vogliamo parlare del canone Rai, che sta dilaniando la maggioranza?
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