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Giovani, autonomia in ritardo: Italia ultima con uscita dalla famiglia dopo i 40 anni

Redazione
 
Giovani, autonomia in ritardo: Italia ultima con uscita dalla famiglia dopo i 40 anni

I giovani rappresentano una componente essenziale per la crescita economica, l’innovazione e il rinnovamento del sistema Paese. È il quadro delineato durante l’evento “Yes - Youth Enhancement Score: la bussola per ricostruire la prospettiva dei giovani”, occasione nella quale è stata presentata la ricerca elaborata dall’Ufficio Studi Liuc in collaborazione con Fsi, Ey, Aifi e con il contributo di Confindustria Giovani Imprenditori.

Giovani, autonomia in ritardo: Italia ultima con uscita dalla famiglia dopo i 40 anni

L’analisi mette in evidenza un ritardo significativo nei percorsi di autonomia delle nuove generazioni italiane. Secondo i dati illustrati, in Italia la maturità – intesa come raggiungimento dell’indipendenza economica e costruzione di legami stabili al di fuori del nucleo familiare d’origine – viene raggiunta mediamente non prima dei 40 anni. Un risultato distante da quanto avviene in altri Paesi europei, dove tale soglia si colloca tra i 25 e i 30 anni, come nel caso di Danimarca, Paesi Bassi e Germania.

Il quadro risulta meno critico per chi vive nel Nord Italia: in queste aree l’indice rilevato è sensibilmente più vicino ai valori dei coetanei europei, segnalando un livello di autonomia più elevato rispetto al resto del territorio nazionale. La ricerca si concentra anche sulla situazione dei Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione.

Nel 2023, in Italia la quota dei Neet tra i 15 e i 35 anni si attesta intorno al 18%, un valore superiore alla media di diversi Paesi dell’Unione europea: 10,5% in Germania, 6,3% nei Paesi Bassi, 12,9% in Francia, 13% in Spagna.

Le differenze territoriali all’interno del Paese sono marcate. Nord-Est e Nord-Ovest registrano valori pari al 12%, mentre il Centro si colloca al 13,8%. Nel Sud e nelle Isole, invece, la percentuale sfiora il 30%, evidenziando un divario strutturale persistente.

L’indagine segnala inoltre una forte differenza di genere. Il dato nazionale evidenzia un’incidenza del 22,3% di Neet tra le giovani donne, contro il 14,5% dei coetanei maschi. Tale scarto, secondo l’analisi, è strettamente legato ai carichi di cura e al ruolo di caregiver che pesa in misura maggiore sulle donne. La distanza, tuttavia, si riduce sensibilmente se dalla categoria dei Neet vengono esclusi coloro che svolgono attività di assistenza: in questo caso la quota si attesta al 15,7% per le donne e al 14,2% per gli uomini.

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