In febbraio l'inflazione di fondo in Giappone (che non tiene conto delle oscillazioni dei prezzi dei carburanti) ha raggiunto il 3,0%, rafforzando la possibilità, sostenuta da molti economisti, che la Banca centrale possa tornare a premere sull'acceleratore degli aumenti dei tassi di interesse.
Giappone: l'inflazione sale, rafforzando la possibilità di nuovi aumenti dei tassi di interesse
Una ipotesi suffragata dalle dichiarazioni del governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, che, dopo la decisione dell'istituto centrare di non toccare i tassi, ha affermato che i prezzi dei generi alimentari e una dinamica salariale più veloce del previsto potrebbero spingere l'inflazione di fondo.
Secondo i dati governativi resi noti oggi, l'aumento è rallentato rispetto al 3,2% del mese precedente, in gran parte a causa della ripresa dei sussidi per ridurre i costi del carburante.
Un indice separato che esclude gli effetti sia dei costi dei prodotti alimentari freschi che del carburante, attentamente monitorato dalla BOJ come indicatore più ampio dell'andamento dei prezzi, è aumentato del 2,6% a febbraio rispetto all'anno precedente, dopo essere salito del 2,5% a gennaio. È stato l'aumento anno su anno più rapido da marzo 2024, quando è aumentato del 2,9%.
I dati hanno mostrato che le famiglie hanno continuato a far fronte all'aumento del costo della vita: il prezzo della verdura è aumentato del 28% su base annua, quello del riso dell'81,4% e le bollette dell'elettricità sono aumentate del 9%.
Gli stessi dati hanno mostrato che l'inflazione dei servizi è rallentata all'1,3% a febbraio dall'1,4% di gennaio, il che suggerisce che le aziende stanno trasferendo gradualmente l'aumento dei costi del lavoro.