Economia
Fumatori europei nel mirino, la stangata da 3 euro a pacchetto che fa infuriare i tabaccai italiani
Redazione
 

Potrebbe arrivare presto una nuova stangata per i fumatori italiani, fino a 3 euro in più per ogni pacchetto di sigarette. È l’effetto potenziale della riforma delle accise sui tabacchi e sui prodotti nicotinici, comprese le e-cig, che la Commissione europea ha messo in consultazione pubblica fino a fine ottobre. Bruxelles vuole uniformare la tassazione in tutto il continente per disincentivare il consumo e ridurre la spesa sanitaria causata dal fumo. Ma in Italia, dove il Parlamento si prepara a discutere la legge di Bilancio 2026 che già prevede rincari per circa 60 centesimi in tre anni, la notizia ha scatenato la protesta dei tabaccai.
Fumatori europei nel mirino, la stangata da 3 euro a pacchetto
Secondo la Federazione Italiana Tabaccai (Fit), l’Europa “non coglie il legame strettissimo tra incremento della tassazione ed espansione del mercato illecito”, sottolineando che un simile aumento rischia di favorire contrabbando e contraffazione, con pesanti ripercussioni economiche e sociali. “Ancora una volta si tenta di fare cassa sulla pelle dei piccoli esercenti”, accusano dalla Federazione, ricordando che le tabaccherie rappresentano una rete vitale di microimprese familiari diffuse in tutto il Paese.
L’esecutivo comunitario, dal canto suo, punta a generare un gettito aggiuntivo di circa 15 miliardi di euro l’anno a livello europeo, accompagnato da un risparmio stimato di 6 miliardi in termini di minori costi sanitari e riduzione delle frodi fiscali. Il piano prevede che la nuova direttiva, la cosiddetta “Ted” (Tobacco Excise Directive), entri in vigore a partire dal 2028, con un periodo di transizione fino al 2031 per permettere agli Stati membri di adeguarsi gradualmente.
In Italia, però, il dibattito è già rovente. Ai rincari comunitari si sommerebbero quelli nazionali. La manovra in discussione prevede un aumento medio di 15-20 centesimi a pacchetto nel 2026, poi incrementi progressivi nel 2027 e 2028. Rincari anche per tabacco trinciato, prodotti riscaldati e cigarillos, mentre restano fermi i prezzi dei sigari.
Sul fronte sanitario, medici e oncologi vedono nella tassa un’arma utile per la prevenzione. L’Aiom, l’associazione italiana di oncologia medica, ha proposto addirittura un aumento di 5 euro a pacchetto, con un doppio scopo, scoraggiare il fumo, causa del 90% dei tumori al polmone, e destinare il ricavato, circa 13 miliardi di euro, al sostegno del Servizio sanitario nazionale.
La partita, dunque, è aperta tra Bruxelles, Roma e la rete dei tabaccai. L’Europa vuole un approccio uniforme, ma l’Italia, tra differenze di reddito, costi e sensibilità sociali, teme un effetto regressivo che colpirebbe i consumatori più deboli e alimenterebbe il mercato nero. E mentre i fumatori già si preparano al caro-sigarette, la sensazione è che il fumo, almeno per il portafoglio, stia diventando un lusso sempre più costoso.