Salute

EY, cresce la voglia di digital detox

Redazione
 
Italiani sempre più favorevoli al digital detox, disconnessione temporanea dal mondo digitale per ripristinare un equilibrio sano con la vita reale: è quanto emerge dall’Ey Decoding the digital home study, un’analisi realizzata dalla società di consulenza Ey su un campione di 1.000 famiglie e condotta per approfondire il comportamento dei consumatori in una società iperconnessa. Ciò dimostra l’aumentata consapevolezza dei danni legati all’essere continuamente collegati all’internet: il 42% delle famiglie, infatti, si dice preoccupato per il tempo trascorso online dai propri familiari, mentre il 44% ha rivelato di pensare spesso all’impatto negativo di internet sul proprio benessere.

EY, cresce la voglia di digital detox

Oggi, il 36% degli italiani trascorre più tempo sui social network che con gli amici ma a preoccupare è anche la sovraesposizione digitale: più di un terzo delle famiglie assiste e riceve direttamente contenuti pericolosi mentre naviga online. Inoltre, il 60% dei genitori teme che i propri figli possano entrare facilmente in contatto con fake news o, più in generale, con argomenti dannosi. La percezione generale è che governi e autorità possano intervenire maggiormente per combattere il problema, come nel caso dell’Australia che ha proibito l’uso dei social media ai minori di 16 anni. Per il 26% delle famiglie, però, questi controlli dovrebbero essere realizzati dalle stesse piattaforme attraverso la rimozione dei post violenti, ma anche l’eliminazione degli account pericolosi e verifiche più approfondite in merito all’identità.

Notevoli anche timori legati alla privacy, dato che il 51% degli intervistati ritiene impossibile mantenere al sicuro i propri dati personali online, visti i maggiori rischi di hacking. La ricerca di Ey approfondisce la questione anche dal punto di vista internazionale, con l’Italia che si classifica come il quarto paese globale per numero di cittadini che vorrebbero limitare l’utilizzo dello smartphone o di altri strumenti digitali. Sul podio svettano Canada, Francia e Germania, mentre Corea del Sud, Spagna e Svezia si posizionano appena dopo la Penisola.

Per quanto riguarda i dispositivi tecnologici, invece, la smart tv si classifica come il connected device più presente nelle case italiane (69%): se, da un lato, la tv tradizionale resta la preferita per i contenuti dedicati alle notizie (56%), le piattaforme di streaming dominano per l’offerta di film (45%) e le serie tv (33%). Quasi la metà delle famiglie (44%) si è detta interessata agli abbonamenti supportati da pubblicità, nell’ottica di risparmiare sul prezzo del servizio. Infine, una sezione dedicata agli acquisti tech: quattro famiglie su dieci premiano l’interazione umana e preferiscono recarsi nei negozi fisici per poter ricevere consigli dagli operatori e un’assistenza personalizzata per scegliere con più cognizione di causa.
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