È ancora in fase di valutazione il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 30 aprile scorso, che interviene in materia di ricostruzione post-alluvione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Il giudizio della Regione guidata dal presidente De Pascale resta per ora sospeso, in attesa che il testo riceva la cosiddetta “bollinatura” definitiva.
Post-Alluvione: per De Pascale decreto “base positiva”, ma serve migliorarlo
Tuttavia, l’orientamento iniziale è cauto ma favorevole. “La base è positiva, ma ci auguriamo che il provvedimento non sia blindato. Come Regione vogliamo contribuire a migliorarlo”, ha dichiarato il presidente, durante una conferenza stampa tenutasi con la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega alla Protezione Civile. Il decreto, che modifica quello del giugno 2023, prevede cinque assi principali d’intervento: ridefinizione del perimetro e della governance, semplificazione nell’assegnazione dei fondi per la ricostruzione privata, accelerazione dei cantieri pubblici, un programma decennale per la prevenzione del rischio idraulico da un miliardo di euro, e un rafforzamento della capacità operativa degli enti locali.
Tra i punti salienti, la previsione di un fondo strutturale a partire dal 2027 ha ricevuto una particolare accoglienza positiva. “È un fondo specifico su cui ci siamo battuti – ha rimarcato il presidente – e riconosce al nostro territorio una maggiore esposizione al rischio rispetto alla media nazionale. Puntiamo a realizzare più interventi già nel 2025, 2026 e 2027. Stimiamo di poter disporre di circa 300 milioni di euro. Come Regione siamo pronti anche a valutare strumenti per anticipare le risorse, visto che non possiamo indebitarci”. Pur in attesa della versione ufficiale del testo, De Pascale ha espresso l’intenzione di aprire sin da subito un confronto. “Riteniamo utile avviare una riflessione, anche per supportare il Parlamento nella fase di conversione del decreto. È fondamentale che questo dibattito non si limiti alle stanze romane”. E ha aggiunto: “Il fatto che sia arrivato è comunque importante, anche se con colpevole ritardo: dagli eventi dell’autunno 2024 è passato troppo tempo”.
Analizzando l’impianto normativo, il governatore ha accolto con favore l’ipotesi di unificare in un’unica cornice le emergenze del 2023 e del 2024, prorogando fino a maggio 2026 le funzioni del commissario straordinario. “È uno schema che ci convince – ha spiegato – perché prevede l’avvio di una nuova fase, con una struttura organizzativa rinnovata e un ruolo più centrale per i territori”. Sul fronte della ricostruzione privata, l’esecutivo ha stanziato 1 miliardo e 900 milioni di euro, ma finora ne sono stati richiesti poco più di 300 milioni. “Serve una fotografia più realistica dei bisogni – ha affermato il presidente – perché non abbiamo ancora un quadro completo dei danni subiti dai cittadini”. Un altro nodo riguarda le modalità di accesso ai contributi.
De Pascale ha ribadito la necessità di snellire le procedure, soprattutto per le richieste di entità contenuta. “Una famiglia che chiede 25 mila euro non può essere trattata come una che ne chiede 200 mila – ha sottolineato –. Avevamo chiesto una corsia preferenziale per i casi minori, ma per ora non ci sono certezze. Neppure le semplificazioni urbanistiche suggerite dai comitati locali sono state accolte. C’è ancora spazio per migliorare il testo”. Un’apertura arriva invece sull’alleggerimento burocratico per le opere pubbliche più complesse, come le casse di espansione. “Finalmente si comincia a parlare di semplificazione anche per queste infrastrutture – ha detto – ma vogliamo capire come sarà declinata, perché fino ad ora le norme sono rimaste quelle ordinarie”.
Il tema è strettamente collegato alla questione delle risorse: il governo ha previsto 2,8 miliardi per la ricostruzione delle strutture danneggiate, ma queste cifre non comprendono le nuove opere di prevenzione. “I fondi per casse di espansione o aree allagabili non sono inclusi – ha chiarito –. Con l’ultima ordinanza, la 13 ter, restano disponibili circa 50-60 milioni di euro. Confidiamo che nel 2025-2026 arrivino ulteriori risorse dal Dipartimento nazionale della Protezione civile per far fronte all’emergenza più recente”. Elemento di rilievo del nuovo decreto è il finanziamento strutturale di 100 milioni di euro l’anno destinati a Emilia-Romagna, Toscana e Marche, a partire dal 2027 e fino al 2037. Una misura che, se confermata, potrà dare stabilità agli interventi di lungo periodo.