Non è più l'episodio isolato, che può essere relegato ad una bega locale, perché la ribellione degli elettori americani nei confronti di chi hanno mandato a Washington a rappresentarli sta diventando sempre più frequente negli Stati Uniti. Le motivazioni non sono sempre le stesse, ma quanto accade in riunioni di poche persone o con decine di partecipanti sembra essere la misura di come l'America di Trump, di questo Trump che urla, strepita, insulta, minaccia, sia diversa da quello degli ultimi decenni. Nei quali il dissenso si manifestava, ma non con questa asprezza di toni e, soprattutto, frequenza.
Diario americano, gli elettori si ribellano: sempre più membri del Congresso contestati in eventi pubblici
Gli argomenti che gli elettori, in molti Stati, usano per contestare i loro rappresentanti sono quasi sempre legati a quanto accade a Washington, dove si fanno e disfano i destini di migliaia di persone, senza che ne venga dato un motivo valido e, quindi, potenzialmente accettabile.
La deputata repubblicana Harriet Hageman, durante un evento a Laramie, nel Wyoming, è stata contestata non per cose che interessavano il collegio, ma per quello che si decide al Congresso. Perché le è stato chiesto conto di quanto accaduto il 6 gennaio di quattro anni fa (l'assalto al Campidoglio, per il quale Trump ha pensato di graziare tutti i condannati, quasi fossero andati a visitare il monumento e non ad oltraggiarlo) , ma soprattutto è stata incalzata per sapere cosa abbia intenzione di fare contro l'evidenza che in America i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri...
Beh, la risposta non è arrivata.
Hagen, come sta accadendo ai suoi colleghi che si sono trovati in questa situazione e che ci sono arrivati impreparati, ha balbettato qualche risposta appiccicaticcia, senza riuscire a placare la rabbia dei suoi stessi elettori.
Tanto per fare capire il clima, quando Hageman ha detto che le piaceva l'opportunità degli incontri come quello di Laramie "perché mi permette di venire qui e di aggiornarvi su cosa sto facendo a Washington'', un uomo dalla sala le ha urlato ''niente".
La protesta degli elettori è trasversale. Ai repubblicani viene contestato il modo con il quale Trump esercita il potere esecutivo e il fatto che il presidente abbia affidato a Musk il compito di mettere ordine nella macchina statale, mettendolo a capo del Doge.
Mandato che Musk ha preso talmente sul serio licenziando, o minacciando di farlo, decine di migliaia di dipendenti pubblici. Che, prima o poi, torneranno a votare per le presidenziali e certo non dimenticheranno di essere stati messi in mezzo alla strada dalla sera alla mattina, con il mutuo da pagare, come le tasse del college dei figli, con le bollette da onorare.
E non è che agli eletti democratici stia andando meglio perché a loro viene contestato il fatto di essere disorganizzati (e questo à un dato oggettivo) e di non contrastare efficacemente le politiche di Trump.
Diverso il caso del deputato democratico Sean Casten, dell'Illinois, contestato a Downers Grove, da dimostrati pro Palestina, uno dei quali è salito sul palco con intenzioni apparentemente bellicose, prima di essere convinto a scendere.
Meglio è andata al deputato repubblicano Rich McCormick, della Georgia, criticato e fischiato mentre cercava di spiegare quante cose positive ha fatto Trump. Ma quando gli sono state fatte domande sui licenziamenti che hanno colpito la sanità pubblica, come i dipendenti dei Centers for Disease Control and Prevention, McCormick ha abbozzato una risposta, menzionando numeri e percentuali, contratti in prova e definitivi, per finire con l'Intelligenza artificiale, beccandosi bordate di ''buu''. Stessa sorte per il deputato repubblicano Cliff Bentz, dell'Oregon, messo in difficoltà quando gli è stato chiesto, se è vero che il Dipartimento per l'efficienza governativa, affidato a Musk, è stato creato senza che si esprimesse il Congresso, chi ne pagasse i conti.
La risposta di Bentz ("Il comitato DOGE, a quanto ho capito, sta venendo filtrato, se è questa la parola giusta per definirlo, o messo in un'altra agenzia, ma stiamo esaminando la questione per scoprirlo. Non conosco la risposta"), che in Italia sarebbe inserita tra le supercazzole, ha provocato la rumorosa contestazione dei presenti.
Ad Asheville, nel North Carolina, un veterano ha urlato contro le parole dette dal deputato repubblicano Chuck Edwards sul voto per la risoluzione di bilancio della Camera. Stesso copione per il suo collega di partito, il senatore Roger Marshall che ha dovuto praticamente scappare dall'evento in programma a Oakley, in Kansas, dopo che una folla più numerosa del previsto lo ha pressato sui tagli al DOGE, compresi i posti di lavoro ricoperti dai veterani.