Nel silenzio ovattato delle camerette, tra schermi luminosi e notifiche incessanti, un’intera generazione cresce immersa nel mondo digitale. Bambine e bambini, sempre più precocemente, iniziano a esplorare uno spazio virtuale denso di stimoli, ma anche di insidie. Secondo l’ultimo report di Save the Children, in Italia il 32,6% dei bambini tra i 6 e i 10 anni utilizza lo smartphone tutti i giorni. Tra gli 11 e i 13 anni, il 62,3% ha già un account social, nonostante il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) stabilisca il limite minimo di 14 anni – o 13, con autorizzazione genitoriale – per fornire il consenso al trattamento dei dati. La precoce esposizione al mondo digitale non è soltanto una questione di numeri, ma di consapevolezza.
Educazione digitale: la campagna di Save the Children per genitori consapevoli nell'era del web
Ed è proprio su questo punto che Save the Children lancia la sua campagna “Educazione Digitale”, accompagnata dalla guida pratica “Essere Genitori nell’Era Digitale”. Uno strumento pensato per aiutare gli adulti a essere presenti, vigili e competenti nell’accompagnare i più giovani nel mondo online, bilanciando autonomia e protezione.«Promuovere una cultura digitale consapevole significa investire nel futuro delle nuove generazioni», dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children. «Affinché possano vivere il web come uno spazio di crescita, condivisione e rispetto reciproco».
Ma come si educa una generazione nativa digitale? Come si può attirare l’attenzione dei genitori, spesso inconsapevoli della portata dei rischi, sulle ombre che popolano la rete? Con l’agenzia CiaoPeople, Save the Children ha scelto di coinvolgere le famiglie in un esperimento emotivo: una recita scolastica in cui bambine e bambini, a sorpresa, cantano una canzone che racconta la loro esperienza online. Un momento toccante e rivelatore, pensato per scuotere le coscienze. Nella guida, le indicazioni sono suddivise per fasce d’età – 5-8 anni, 9-11 e 12-14 – e offrono consigli concreti: come impostare correttamente un profilo social, quali regole introdurre in famiglia, come riconoscere segnali di disagio. Non mancano riferimenti normativi, come il Digital Services Act e il ruolo della scuola in sinergia con la famiglia per costruire una solida educazione digitale. Il report “Educare al digitale – Dati utili per adulti consapevoli”, curato dal Polo Ricerche di Save the Children, restituisce un quadro sfaccettato e, in alcuni tratti, inquietante. Oltre il 44% dei bambini del Sud Italia e delle Isole tra i 6 e i 10 anni usa lo smartphone ogni giorno, a fronte del 23,9% del Nord: un divario che conferma come la povertà educativa si intrecci spesso con quella economica e territoriale.
La connessione tra pari è un elemento centrale per i preadolescenti: il 31,3% si sente connesso ai propri amici più volte al giorno tramite chat o videochiamate, mentre il 5% lo è continuamente. L’82,2% usa internet per scambiarsi messaggi, il 40% per inviare e-mail, il 18,5% per leggere notizie. Un dato interessante riguarda l’11,3% che usa il web per esprimere opinioni politiche o sociali, e un 9,6% che partecipa a corsi online. Ma il rovescio della medaglia è allarmante. Il cyberbullismo ha visto un incremento del 12% nell’ultimo anno, con 319 casi trattati dalla Polizia Postale nel 2024. Il 68,9% di questi ha coinvolto adolescenti tra i 14 e i 17 anni. Non meno preoccupante è l’adescamento online: 370 casi nel 2024, con un aumento del 5% rispetto al 2023. E qui l’età si abbassa drammaticamente: il 55,7% dei casi riguarda minori tra i 10 e i 13 anni. «Come i recenti tragici casi di cronaca hanno reso evidente – aggiunge Daniela Fatarella – è fondamentale l’introduzione di percorsi obbligatori di educazione all’affettività e alla sessualità a scuola, che affrontino temi come il rispetto dell’altro, il consenso, l’identità di genere, l’orientamento sessuale. Perché ragazze e ragazzi possano vivere in modo sano le relazioni, sia nell’ambiente fisico che in quello digitale. È altrettanto essenziale che siano attuate pienamente le regole esistenti, con l’individuazione di sistemi di verifica dell’età efficaci e rispettosi della privacy, e un quadro legale chiaro per stabilire le responsabilità delle piattaforme nella prevenzione degli abusi online».
Un altro fronte delicato è l’uso problematico dei social network. A 11 anni, il 15,6% delle ragazze e il 14,1% dei ragazzi mostra segnali di dipendenza. A 13 anni, la quota maschile scende all’11,3%, mentre quella femminile sale al 20,5%. A 15 anni, il trend cala leggermente nei maschi (8,8%), restando alto nelle ragazze (18,5%). Il divario di genere è evidente, ma sottolinea una fragilità che attraversa l’intera adolescenza. Anche il mondo del gaming nasconde insidie. L’84% dei preadolescenti maschi e il 75% delle femmine scarica giochi online. L’uso problematico dei videogiochi riguarda il 30,9% degli 11enni e il 28,9% dei 13enni maschi. Tra le femmine le percentuali sono più basse, ma comunque significative. A 15 anni, il 22,1% dei ragazzi e il 15,1% delle ragazze mostra comportamenti preoccupanti. L’altra grande sfida è quella delle competenze digitali. Secondo l’indagine ICLIS del 2023, il 14% degli studenti di terza media non ha raggiunto le competenze digitali minime. Ma il dato nasconde forti disparità geografiche: l’8% al Nord-Ovest, il 32% nelle Isole. Un segnale allarmante di povertà educativa digitale, che rischia di alimentare nuove disuguaglianze. Se guardiamo alla fascia 16-19 anni, l’Italia resta indietro rispetto alla media europea. Il 55,8% dei giovani italiani raggiunge competenze digitali di base o superiori, contro il 66,5% della media UE. Anche qui, meglio le ragazze (58,8%) rispetto ai ragazzi (53%). E resta marcato il divario tra Nord (59,7%) e Sud (50,6%).
In questo scenario, Save the Children è in prima linea con numerosi progetti: dal programma “Educazione e Didattica Digitale”, che nel 2024 ha coinvolto oltre 3.000 studenti e 700 docenti, a “Connessioni Digitali”, sostenuto dal gruppo Crédit Agricole, che punta a colmare il gap digitale nelle scuole secondarie. Dal 2012 è attivo anche “UndeRadio”, una web radio scolastica per parlare di discriminazioni e innovazione didattica. Il progetto “Generazioni Connesse”, coordinato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha portato oltre 500 scuole a dotarsi di un’ePolicy per l’uso sicuro e consapevole del digitale. Infine, sul fronte della tutela, Save the Children è impegnata con il Programma sulla Tutela Online, che mira a contrastare lo sfruttamento sessuale dei minori. Dal 2002 è attivo “Stop-It”, un servizio di hotline per la segnalazione anonima di materiale pedopornografico.