Dopo un silenzio lungo quindici anni, la Walt Disney Company ha annunciato la nascita di una nuova destinazione turistica: un resort a tema che sorgerà ad Abu Dhabi, segnando il debutto del colosso dell’intrattenimento nel cuore del Medio Oriente.
Disney sbarca ad Abu Dhabi: nasce un nuovo parco tra futurismo, ambizioni globali e sfide economiche
Il progetto, battezzato Disneyland Abu Dhabi, sarà il settimo resort mondiale della compagnia e rappresenta un tassello strategico nel mosaico di espansione globale della Disney. L’annuncio è giunto a poche ore dalla pubblicazione dei risultati finanziari del secondo trimestre, che mostrano una società in salute e in crescita. Nonostante il rallentamento delle visite nei parchi statunitensi registrato lo scorso anno, la tendenza si è ora invertita, con un'impennata sia negli ingressi che nei ricavi.
Questo rilancio si inserisce in un contesto competitivo in cui lo streaming – uno dei settori trainanti dell’azienda – inizia a mostrare i primi segni di saturazione. I parchi a tema, intanto, hanno garantito il 59% del reddito operativo della Disney nel 2024.
La scelta di Abu Dhabi non è casuale. La capitale degli Emirati Arabi Uniti rappresenta un crocevia strategico: a quattro ore di volo vivono oltre un terzo della popolazione mondiale, tra cui 1,4 miliardi di cittadini indiani. ''Ci sono circa 500 milioni di persone in questa regione con la possibilità economica di visitare un parco Disney'', ha dichiarato Josh D’Amaro, presidente di Disney Experiences, alla CNN sottolineando che ''la combinazione di accessibilità e visione futuristica del Paese ha reso inevitabile la nostra decisione. Non c’erano dubbi che il nostro settimo resort sarebbe sorto qui''.
Il progetto verrà sviluppato in collaborazione con Miral, una società locale che si occuperà della costruzione, gestione e operatività quotidiana del parco, sotto la supervisione creativa dei celebri Imagineers Disney. L’apertura è prevista per l’inizio degli anni Trenta, e includerà un parco a tema e diversi hotel, anche se il numero esatto delle strutture ricettive non è stato ancora specificato. Il nuovo Disneyland sorgerà a Yas Island, già sede di altri poli del divertimento come SeaWorld, Yas Waterworld e Warner Bros. World.
Un’isola che si sta trasformando in un polo globale del turismo e del tempo libero, a pochi minuti di distanza sia da Abu Dhabi sia da Dubai. Il nuovo resort sarà anche il primo della compagnia a sorgere direttamente sul mare, rompendo con la tradizione fiabesca dei castelli disneyani. Secondo i rendering diffusi, il cuore del parco sarà una struttura a spirale lucente, ispirata alla forma di un cristallo, in perfetta sintonia con l’estetica avveniristica della capitale emiratina.
“Ogni nuova esperienza che creiamo deve essere pensata per la cultura e l’identità del luogo in cui nasce”, ha ribadito D’Amaro alla CNN. ''Qui ad Abu Dhabi vogliamo esattamente questo: un parco che rifletta la sua unicità, anche nei dettagli come il cibo e il design''.
Non mancano tuttavia le incognite. Il Medio Oriente ha una storia altalenante in materia di parchi a tema, con progetti spesso sproporzionati e dai ritorni economici incerti.
L’annuncio del parco emiratino arriva in un contesto di competizione serrata: solo un mese fa Universal ha svelato i suoi piani per un nuovo resort nel Regno Unito, mentre in Florida si attende l’apertura di Epic Universe, il primo grande parco inaugurato negli Stati Uniti da oltre un quarto di secolo.
Sul fronte economico, i numeri premiano la strategia Disney. Il gruppo ha generato nel secondo trimestre un fatturato di 23,6 miliardi di dollari, con un incremento annuo del 7%, e un utile operativo di 4,4 miliardi, in crescita del 15%. Le piattaforme streaming, come Disney+ e Hulu, si sono rivelate centrali: Disney+ ha recuperato i 700.000 abbonati persi nei primi mesi del 2025, aggiungendone 1,4 milioni, raggiungendo così quota 126 milioni. Hulu, dal canto suo, ha guadagnato 1,3 milioni di abbonati, con un aumento del 3%. Anche il comparto sportivo ha visto crescere i ricavi, arrivati a 4,5 miliardi di dollari, sebbene con un utile operativo in lieve calo, a causa dei costi maggiorati per la trasmissione di nuove partite NFL e di football universitario.
Tuttavia, queste trasmissioni hanno contribuito a un +29% nella raccolta pubblicitaria nazionale. Nonostante l’ottimismo, Disney mantiene un approccio prudente in vista dei mesi a venire. “Monitoriamo costantemente gli sviluppi macroeconomici per anticipare eventuali impatti sulle nostre attività”, si legge nella relazione trimestrale della compagnia. “Siamo consapevoli che permane un certo grado di incertezza sull’ambiente operativo per il resto dell’anno fiscale”.