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Dazi: Usa-Canada, i rapporti di buon vicinato sono ormai un ricordo

Redazione
 
Dazi: Usa-Canada, i rapporti di buon vicinato sono ormai un ricordo

A guardare dall'esterno l'incontro tra il presidente americano e il primo ministro canadese, dopo la guerra commerciale scatenata da Donald Trump, quelli che un tempo erano solidi rapporti di buon vicinato sono lontani, in un clima che, formalmente amichevole, è stato nella sostanza quasi gelido. Non come quello, il primo, tra Trump e Zelensky, quasi un agguato mediatico al presidente ucraino, ma certo indicatore di un deteriorato rapporto.

Dazi: Usa-Canada, i rapporti di buon vicinato sono ormai un ricordo

L'atteso incontro tra il presidente Donald Trump e il primo ministro canadese Mark Carney ha mostrato in modo chiaro la nuova dinamica tra due nazioni un tempo amichevoli, il cui confine di 8.850 chilometri, il più lungo del mondo, un tempo garantiva un certo grado di cooperazione ma che, per la Casa Bianca, rappresenta qualcosa di molto diverso.

"Qualcuno ha tracciato quella linea molti anni fa con, tipo, un righello, una linea retta che attraversa la cima del Paese", ha detto Trump nello Studio Ovale mentre il suo incontro stava per iniziare, magnificando , in assenza di quel confine che per lui è artificioso, l'immagine di un unico Paese, ovviamente il suo...

Ma Carney non è Zelensky e lo si è capito dal tono delle risposte alle affermazioni di Trump che ha, come suo solito, spaziato tra tanti argomenti che, con i rapporti Usa-Canada, non c'entrano nulla. Come, ad esempio, la biblioteca presidenziale di Barack Obama e l'alta velocità ferroviaria in California. Soprattutto in merito all'ormai conclamata voglia di Trump di inglobare il Canada negli Stati Uniti, auspicando che diventi il 51/membro dell'Unione.

"Come ben sapete dal settore immobiliare, ci sono alcuni posti che non sono mai in vendita", ha detto Carney, quasi costringendo Trump a dire, a denti stretti, "è vero".
"E dopo aver incontrato i 'proprietari' del Canada nel corso della campagna elettorale degli ultimi mesi, posso dire che non è in vendita", ha concluso Carney. "Non sarà mai in vendita."
Prima di arrivare alla Casa Bianca, Carney ha anche cercato di inviare un ulteriore messaggio annunciando l'imminente visita di Re Carlo III, capo di Stato ufficiale del Canada, servendosi del sovrano per sottolineare che la sovranità del Canada non era in discussione.

Quei messaggi, se li ha ascoltati, non hanno fatto fare marcia indietro a Trump, nemmeno quando era seduto di fronte a Carney nello Studio Ovale.
"Mai dire mai", ha detto Trump scrollando le spalle, mentre Carney ripeteva la parola "mai" più e più volte accanto a lui. "Ho avuto molte, moltissime cose che non erano fattibili, e poi si sono rivelate fattibili, e fattibili solo in modo molto amichevole".

Tuttavia, il presidente non ha insistito ulteriormente sulla questione e l'incontro non è deragliato. Per un argomento che ha suscitato così tanta rabbia viscerale in Canada, la questione è stata sostanzialmente disinnescata, per il momento, nello Studio Ovale.

Trump, tuttavia, non ha usato contro Carney l'insulto che aveva usato contro il suo predecessore, Justin Trudeau. "Per quanto riguarda il chiamarlo governatore Carney, no, non l'ho ancora fatto, e forse non lo farò", ha detto Trump nel corso di un successivo evento alla Casa Bianca. I rapporti tra Washington e Ottawa restano, quindi, al punto più basso della loro storia.

E certo non ha contribuito l'ennesimo post di Trump sul fatto che, a suo dire, il Canada dipende eccessivamente dagli Stati Uniti.
"Non abbiamo bisogno di NULLA di ciò che hanno, a parte la loro amicizia, che speriamo di poter sempre mantenere", ha scritto Trump. "Loro, d'altra parte, hanno bisogno di TUTTO da noi!"
L'incontro si è concluso in modo piuttosto brusco con Trump che ha dichiarato che gli Stati Uniti non avevano bisogno di automobili o acciaio canadesi e che non c'era nulla che Carney potesse dire o fare che lo avrebbe indotto a revocare i dazi.
"È proprio così", ha detto Trump.

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