Il mondo economico cammina su un filo sottile, sospeso tra dazi, tensioni geopolitiche e vulnerabilità strutturali sempre più evidenti. A lanciare l’allarme è la Banca per i Regolamenti Internazionali (BRI) nel suo Rapporto economico annuale 2025, che descrive uno scenario globale fragile e minacciato da rischi crescenti.
Dazi, incertezza e vulnerabilità: il nuovo allarme della BRI sulla stabilità globale
Secondo l’istituzione di Basilea, l’impatto dei dazi sarà «molto più pesante» di quanto osservato finora. L’incertezza politica e la frammentazione dei legami commerciali hanno già eroso le prospettive di crescita, alimentando pressioni inflazionistiche difficili da contenere. Le imprese, spaventate, rallentano investimenti e assunzioni, mentre le famiglie preferiscono aumentare i risparmi precauzionali. Il rallentamento economico, spiegano gli analisti della BRI, non è ancora del tutto visibile nei numeri ufficiali, ma si riflette chiaramente nel deterioramento degli indicatori di fiducia.
Il rapporto evidenzia tre categorie di vulnerabilità che rischiano di amplificare gli shock attuali: vulnerabilità reali, legate alla bassa crescita potenziale e alla rigidità delle economie; vulnerabilità fiscali, legate alla sostenibilità delle finanze pubbliche; e vulnerabilità macrofinanziarie, originate dai cambiamenti strutturali nel sistema finanziario globale. Questi elementi, già presenti da anni, sono stati resi più critici dalle recenti turbolenze internazionali.
Le proiezioni di crescita per il 2025 sono state riviste al ribasso in diversi Paesi, mentre le aspettative di inflazione restano variegate: in aumento negli Stati Uniti, stabili altrove. Questa divergenza ha portato le banche centrali a strategie differenti. Alcune hanno congelato i tagli ai tassi di interesse in attesa di segnali più chiari, altre invece proseguono nell’allentamento monetario per contrastare i rischi legati al commercio e all’incertezza globale.
La BRI sottolinea che il ruolo dei governi è cruciale: devono attuare riforme strutturali e gestire i conti pubblici in modo sostenibile per sostenere la crescita e prepararsi alle sfide future. Parallelamente, le banche centrali devono restare concentrate sulla stabilità dei prezzi.
Un passaggio particolarmente critico riguarda la stabilità finanziaria. La BRI evidenzia le tensioni di liquidità nei mercati dei titoli di Stato, alimentate dal crescente peso delle istituzioni finanziarie non bancarie. Gli hedge fund, divenuti fornitori chiave di liquidità per i bond sovrani, espongono i governi a rischi elevati in caso di shock negativi. La trasmissione internazionale delle condizioni finanziarie, legata a questi attori, aumenta la vulnerabilità dell’intero sistema.
Alla luce di queste dinamiche, la BRI invita le autorità di vigilanza a un approccio olistico e coordinato. Serve un’applicazione coerente di Basilea III per le banche, ma anche regole più stringenti per le istituzioni non bancarie, in modo che attività simili vengano regolate con lo stesso rigore per preservare la stabilità finanziaria globale.