Economia

Private Banking e imprese italiane, alleanza strategica per crescere e innovare

di Redazione
 
Private Banking e imprese italiane, alleanza strategica per crescere e innovare
Le imprese italiane, in particolare le PMI, hanno dimostrato negli anni una resilienza straordinaria, diventando ambasciatrici del Made in Italy nel mondo. Oggi, tuttavia, devono affrontare una nuova sfida: trasformare l’abbondante liquidità accumulata in leve di sviluppo e innovazione per competere in uno scenario globale sempre più complesso. A sottolinearlo è la ricerca “Private Banking e imprese: un dialogo che crea valore”, realizzata da AIPB ed EY e presentata a Milano.

Lo studio evidenzia come il saldo finanziario delle imprese italiane sia in crescita costante, segno di una maggiore patrimonializzazione. Un patrimonio che, però, rischia di restare inutilizzato senza una strategia mirata. In questo contesto, il Private Banking emerge come partner strategico, capace di accompagnare l’imprenditore lungo tutte le fasi della vita aziendale: dalla crescita al consolidamento, fino al passaggio generazionale.

Secondo i dati AIPB - EY, oltre il 30% delle masse gestite nel Private Banking appartiene a clienti imprenditori, un segmento che richiede soluzioni su misura e una consulenza evoluta anche sul fronte corporate. Il 76% degli operatori ritiene infatti strategico sviluppare offerte dedicate a questa clientela, sempre più complessa e centrale per il tessuto economico nazionale.

Il Private Banking può supportare le imprese nella stabilizzazione finanziaria, nella diversificazione delle fonti di investimento, nell’evoluzione della governance e nella pianificazione della continuità aziendale. La gestione efficiente della liquidità è uno degli aspetti più critici: molte PMI tendono a mantenere risorse elevate, preferendo l’autofinanziamento e mostrando una certa resistenza ad aprirsi a capitali esterni o a soluzioni alternative al credito bancario. Nonostante il credito tradizionale rappresenti ancora il 39% delle fonti, il Private Equity e la quotazione in Borsa restano opzioni poco esplorate, rispettivamente conosciute solo dal 45% e considerate concrete dal 3% degli imprenditori.

"Le imprese italiane generano oltre l’85% del valore aggiunto nazionale e impiegano il 71% della forza lavoro, ma la loro propensione al breve termine rischia di frenare la crescita in un contesto che richiede visione e capacità di trasformazione", ha spiegato Andrea Ragaini, Presidente di AIPB. "Il Private Banking può aiutare a superare questa mentalità, offrendo strumenti avanzati e un accompagnamento continuo, anche nei momenti di discontinuità come la successione o l’ingresso di nuovi soci".

Il valore aggiunto del Private Banking non si limita alla gestione del patrimonio personale dell’imprenditore, ma si estende alla sfera aziendale e familiare. La consulenza diventa così una leva per garantire la sostenibilità patrimoniale, rafforzare la governance, stimolare l’innovazione e preservare il valore creato. "In fase di consolidamento, proteggere il valore prodotto e pianificare la continuità d’impresa sono passi fondamentali per costruire un futuro solido", ha sottolineato Giovanni Andrea Incarnato, Italy Wealth & Asset Management Sector Leader di EY.

L’industria del Private Banking, per rispondere a questa sfida, sta evolvendo verso modelli di servizio sempre più integrati e personalizzati. Si stanno affermando approcci cross-divisionale, tipici dei grandi gruppi bancari, che combinano competenze Private, Corporate e Investment Banking, e modelli integrati di realtà indipendenti, che sviluppano internamente servizi specializzati. In entrambi i casi, il Private Banker resta la figura chiave, affiancato da team multidisciplinari capaci di attivare soluzioni su misura in ogni fase del ciclo di vita dell’impresa.

Le banche stanno investendo in governance, formazione specialistica, integrazione dei dati e strumenti commerciali avanzati per consolidare la relazione di lungo termine con l’imprenditore. Il risultato è una relazione fiduciaria che non si limita alla gestione degli asset, ma diventa un vero e proprio driver di crescita per l’impresa e per l’intero sistema Paese.

Il potenziale di crescita è evidente: il segmento degli imprenditori, che rappresenta il 23% della clientela Private e circa il 30% delle masse gestite, è considerato il futuro dell’industria. "Chi saprà sviluppare un approccio evoluto al dialogo con l’imprenditore e offrire soluzioni di valore potrà non solo conquistare la fiducia del cliente, ma anche generare valore per l’organizzazione e contribuire al rafforzamento dell’economia italiana", ha concluso Incarnato.

 
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